Così il «modello TikTok» sta cambiando il mondo
Oggi il social cinese amato dai ragazzi (ma anche da tanti ventenni, trentenni e quarantenni) ha superato 1 miliardo di iscritti nel mondo. In Italia è arrivato a quota 9 milioni di utenti. Con un tempo medio di utilizzo (in costante crescita) di 5 ore al mese. Il ragionamento di Luna, però parte da un altro dato: la quantità di video visti su TikTok paragonati ad altre attività social. «Ogni tweet – scrive Luna – corrisponde a 290 video visti su TikTok, ogni ricerca di Google a 29 video, ogni foto condivisa su Instagram a 2.500 video, ogni ora di streaming su Netflix a 300 video, ogni messaggio mandato su Whatsapp a 4 video. Solo il numero di email inviate (300 miliardi al giorno, circa) è paragonabile al numero di video che vediamo su TikTok». Non so dove Luna abbia scovato quest'ultimo dato, ma fa impressione: su TikTok verrebbero visti 300 miliardi di video. Anche se non si sa ogni quanto: al giorno, alla settimana, al mese?
Smettiamola di fare i puntigliosi e torniamo alla tesi di Luna: «TikTok sta diventando la rappresentazione del mondo e anche il nostro modo di informarci e comunicare». Secondo alcuni educatori, sta cambiando anche il nostro modo di essere. I ragazzi (e quelli che credono di esserlo ancora anche se hanno 30, 40 o 50 anni) si abbeverano a TikTok. Decretano il successo di altri ragazzi come loro facendoli diventare star e si fanno guidare da ex ragazzi come loro che sono già diventati dei «TikToker» di successo. Scoprono tendenze di moda e nuovi modi di dire. Imparano balletti e movenze, come superare le delusioni d'amore e come «fare impazzire i ragazzi».
Agli occhi di noi adulti è un mondo pieno di vita e di eccessi. Con grandi dosi di creatività ma anche di volgarità. Un luogo dove quelli che pensavamo essere punti di riferimento quasi non esistono. E dove la brevità comunicativa (con tutti i suoi vantaggi e i suoi eccessi) sembra essere l'unica lingua comprensibile. Non solo. Lo «stile TikTok» sta rendendo sempre meno attraente la parola scritta. Ma anche la radio e i programmi tv sono messi in crisi. E con loro i ragionamenti complessi. Perché è vero che si può far pensare anche con un video brevissimo, ma è innegabile che dentro il modello TikTok certe cose non entrano. E se ci entrano è perché sono state sminuzzate e spesso anche un po' banalizzate.
Alcuni adulti provano a diventare «TikToker». E persino alcuni giornali hanno aperto profili sul social. Ma non è facile esprimersi in una manciata di secondi per chi era (è) abituato ad altro.
È vero che già ora i video su TikTok possono arrivare a durare anche 3 minuti, ma quanti li guardano quando sono «così lunghi»? Sembra che in parte resistano i «tutorial». Cioè video dove soprattutto i ragazzi spiegano cose ad altri ragazzi. Ricette, gli errori da non fare in inglese o in altre lingue, come costruire oggetti o come realizzare opere artistiche.
Ovviamente non ho la sfera di cristallo, ma il «modello TikTok» temo sia un processo irreversibile in molti aspetti. Che ha già e avrà sempre di più anche effetti sulla nostra capacità di attenzione. Col risultato che facciamo e faremo sempre più fatica a leggere, ascoltare o guardare contenuti di media e lunga durata. Solo il tempo ci dirà se sarà una tragedia o se ci abitueremo tutti a comunicare in un modo nuovo.