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Corpo e sangue

Lorenzo Fazzini venerdì 21 giugno 2024
Il cristianesimo, in definitiva, cos’è? L’annuncio – incredibile, da un punto di vista umano, eppure davvero pienamente “umano” – che Dio non abita lassù nei cieli, un essere che spadroneggia sugli umani o li osserva con lo sguardo paternalistico, bensì qualcuno che è diventato un uomo come tanti. Un uomo la cui storia ha incrociato la nostra storia e le nostre storie. Duemila anni fa come oggi. Una storia che si è fatta carne e sangue, vita e destino, corporeità e concretezza. Paolo Giordano, uno degli scrittori italiani di maggior notorietà degli ultimi anni, lancia un barlume di questa comprensione nel suo ultimo romanzo Tasmania (Einaudi), in cui diversi temi si rincorrono – la paternità, ma anche il timore della fine del mondo, per la crisi climatica così come per la guerra nucleare. Uno dei personaggi del romanzo, un prete in crisi di identità sacerdotale dal nome Karol, attratto sentimentalmente da Elisa, afferma: «Dio per me non ha più nessuna rilevanza. Ma Gesù sì. Anzi, è solo quando ho smesso di preoccuparmi di Dio che ho iniziato a credere davvero in Cristo. A comprendere Cristo. Il corpo e il sangue. Sono parole che ho ripetuto per anni senza averne alcun diritto. Ma adesso so esattamente cosa significano». Cristo diventa epifania di Dio a partire dalla sua concretezza: un dono che diventa un impegno. © riproduzione riservata