«Conviviali», «oculati» o «sostanziali»: italiani best del cibo (e della salute)
Tornando invece al rapporto del Censis, si scopre che l'Italia ha il più basso tasso di incidenza di persone obese e in sovrappeso (dato Ocse del 2014), con valori largamente inferiori a quelli di Paesi come l'Australia e gli Stati Uniti. Da qui la correlazione con la Dieta Mediterranea, che in realtà non viene citata nel rapporto Censis, mentre si dice che il nostro Paese è universalmente riconosciuto come una best practice del food. Curiosa è poi la classifica degli stili alimentari, dove in testa con 14,5 milioni ci sono i "pragmatici", ossia quelli che mangiano di tutto un po' senza porsi regole. Al secondo posto con 7,3 milioni ecco gli "amanti del genuino, autentico, tipico e di stagione"; che è un gran bel numero in verità.
A questi vanno aggiunti i 6,4 milioni di "salutisti sostanziali": chi verifica che i cibi non facciano male alla salute né facciano ingrassare. Si scende poi ai 3,8 milioni che sono definiti "conviviali", ma qui la categoria si intreccia – e perché no? – con tutte le altre. I conviviali vivono il cibo come un moltiplicatore di relazioni, ottimo per stare bene con gli altri. Già, ma che c'entra la qualità degli alimenti? È un po' come sommare le pere con le noci, anche per il gruppo dei 3,3 milioni definiti "oculati" che stanno attenti al costo di quel che mangiano.
A pari merito, ovvero 2,4 milioni, ci sono gli "abitudinari" (tendono a mangiare sempre le stesse cose) e i "gourmet" (si ritengono intenditori di cibi e di vini). I vegetariani e vegani sono 1,4 milioni. Curiosa e interessante è infine la sottolineatura che la presenza dei figli, in un nucleo famigliare, induce a una certa regolarità nel consumo dei pasti. È attuale ancora oggi? A leggere le statistiche sembra proprio di sì. Detto questo, il quadro che emerge è abbastanza coerente con la notizia di un mese fa, per cui l'Italia sarebbe stata indicata come il Paese più sano al mondo per merito della sua dieta (secondo Bloomberg Index).
L'occasione di Tuttofood, anche grazie all'uscita mediatica di Obama, ha riacceso l'attenzione su questi temi, che ora si auspica non ritornino nel cassetto ma restino sul tavolo di qualche ministero. Su quello della Salute ci può stare?