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Contributi al Fondo Clero, versamenti anche con PagoPA

Vittorio Spinelli giovedì 23 giugno 2016
PagoPA è il nuovo sistema, gestito dall'Agenzia per l'Italia Digitale, che consente di effettuare pagamenti elettronici a favore delle pubbliche amministrazioni. Al cittadino il sistema garantisce sicurezza e affidabilità nei pagamenti, semplicità e flessibilità nella scelta delle modalità di pagamento, trasparenza negli eventuali costi di commissione.Anche l'Inps è presente, dal marzo scorso, fra gli oltre 13mila enti che hanno già aderito a PagoPA per ampliare le proprie offerte telematiche ed in particolare i versamenti on line. Come prima iniziativa, e in collaborazione con l'Agenzia Digitale, l'Istituto ha inviato a sette milioni di lavoratori la busta arancione con la simulazione della futura pensione di vecchiaia e con l'invito a munirsi dello Spid (il codice personale unico) per poter accedere online a tutti i servizi degli enti pubblici. L'Inps ha allargato ora la sua presenza nel sistema digitale, e a partire dal 20 giugno vi ha inserito la possibilità di utilizzarlo per pagare online i contributi volontari. I lavoratori che hanno concluso o interrotto l'attività lavorativa possono così perfezionare i requisiti necessari per avere diritto ad una prestazione pensionistica, oppure aumentare l'importo del trattamento cui hanno diritto se i requisiti contributivi sono stati già raggiunti. Il pagamento immediato dei contributi volontari costituisce il primo di una serie di altri servizi che l'Inps intende introdurre nel sistema dei pagamenti elettronici, anche per promuovere l'utilizzo generalizzato di Internet e delle numerose opportunità offerte ai cittadini. La nuova opportunità su PagoPA non sostituisce ma si aggiunge agli altri sistemi di versamento già utilizzabili sul "Portale dei pagamenti" che è attivo sul sito dell'Inps.Il pagamento dei contributi tramite PagoPA si applica anche al Fondo di previdenza per il clero. Nella gestione sacerdotale non è richiesto un requisito minimo di contributi obbligatori per essere autorizzati alla prosecuzione volontaria, e pertanto l'iscritto viene ammesso indipendentemente dai suoi versamenti già effettuati nel Fondo. Invece nelle altre gestioni sono richiesti cinque anni interi di versamenti effettivi nel corso della vita lavorativa, oppure tre anni di contributi nel quinquennio che precede la richiesta dell'interessato. La materia è regolata dal decreto legislativo n. 184/1997, una coda della riforma Dini, che ha stabilito regole uniche per tutte le forme assicurative, ma il Fondo clero non è stato inserito fra i destinatari del decreto. Un'occasione mancata, fra tante altre, per una "armonizzazione" del Fondo al sistema generale.