«Veder fiorire la terra, rompersi il legno dei rami con la delicatezza dei petali, scoprire gli spruzzi vivaci di allegria dei cespugli, sentire l'orchestra di ogni specie di uccelli, è esperienza di un tempo che ha vertici da salvare. Contemplare è nutrirsi e serbare nel cuore; i fiori dei peschi e dei ciliegi, le primule, le viole, le rose, li scriviamo nel cuore nei loro vertici di bellezza, così come facciamo con i volti, i gesti e le parole delle persone che amiamo». I versi di Paola Casi sono pura, freschissima contemplazione. Un modo di guardare il mondo che ci rigenera. Letteralmente e-stasiati, ci tuffiamo nei torrenti dei canti della bella stagione al punto che ci par di sentire che tutte le creature e-stasino in noi, facendosi piccole come semi, cuccioli, neonati, per affiorare nella nostra anima. E allora tutto di noi diventa terra e culla di nuova vita con loro, di mai vista bellezza. Per un'altra primavera sarà ancora “l'allegria di germogli” e i suoni delle “parole delle persone amate” ci attireranno verso ignoti spazi d'immensità. Si romperà il legno già secco e noi saremo linfa di petali.