Congedo "lungo" di paternità, un nuovo aiuto per la famiglia
L'attuale suggerimento di Boeri ripropone, nella sostanza, un emendamento al-la legge di stabilità dello scorso anno – che trovò ampia adesione presso tutte le forze politiche – e che introduceva i 15 giorni di congedo obbligatorio, compensati con l'80% della retribuzione, come per le madri. Occasione, anche allora, per
denunciare la disparità salariale tra lavoratori e lavoratrici e per rilevare la condivisione della responsabilità genitoriale fra gli uomini e le donne.
Il vecchio emendamento è stato ripresentato (on. Di Salvo) in vista della prossima legge di bilancio, prevedendo un percorso che inizierebbe da cinque giornate di congedo obbligatorio fino a raggiungere gradualmente i quindici giorni. Continua a pesare su questa innovazione l'ostacolo della copertura finanziaria, valutabile in 50 milioni di euro, che corrispondono sostanzialmente ai contributi figurativi, quindi gratuiti, che sono necessari all'Inps e destinati a garantire la continuità assicurativa per i lavoratori, utile per l'assegno della vecchiaia. Inoltre il nuovo congedo per paternità sarebbe valutato per intero sia ai fini della carriera sia per altri elementi del rapporto di lavoro come tredice-sima, ferie ecc.
Il congedo lungo, condiviso con la madre, rappresenta una particolare opportunità di presenza e di assistenza del padre nel caso dei parti cosiddetti "fortemente prematuri", quelli che avvengano prima dei due mesi precedenti la data presunta della nascita. In queste evenienze, il decreto 80/2015 ha stabilito che la durata dell'astensione obbligatoria della madre possa superare i classici 5 mesi post partum.
Lo stesso Inps ricorda tuttavia che la normativa sui congedi per maternità non è direttamente applicabile ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Occorre attendere – come dispone la legge sulla riforma del lavoro – che il ministero per la Pubblica amministrazione provveda ad armonizzare l'intera disciplina dei congedi parentali relativa ai dipendenti pubblici.