«Babbo, perché le persone sono diverse tra loro?». E’ un sabato mattina di giugno, le nuvole grigie ghignano in attesa di scaricarsi. Mentre armeggio con la macchina del caffè ancora in pigiama – col sottofondo di Masha e Orso – Andrea, cinque anni, con candida serenità decide di iniziare la giornata con una domanda che meriterebbe una lunga risposta. Improvviso. «Perché ognuno di noi è unico. Abbiamo occhi diversi, capelli corti o lunghi, risate più o meno chiassose. E’ bello essere diversi». Andrea scuote la testa osservando il suo yogurt alla banana: «Certo, altrimenti saremmo tutti robot». Game, set, match. In una frase c’è la soluzione a molti problemi che noi grandi affrontiamo ogni giorno. Ognuno ha un proprio modo di essere al mondo: contamina chi incontra con la propria storia e cultura, con le sue caratteristiche fisiche e mentali. Chiunque testimonia in ogni momento la propria unicità. Ma perché la diversità dovrebbe essere una cosa positiva? Perché condividere esperienze e vissuti diversi ci aiuta ad avere una percezione più allargate delle cose. Tutti noi siamo influenzati dal contesto nel quale siamo cresciuti. Bisognerebbe imparare dalle stanze di albergo a ospitare la diversità, e trarne arricchimento per mente e anima sempre. Chissà cosa pensano le camere di albergo quando arriviamo e quando ce ne andiamo via. «Finalmente qualcuno che mette il mio programma preferito! Ah, questo documentario non l’ avevo mai visto. Farsi la barba in questo modo fa risparmiare tempo!». Accogliere l’altro e capire il proprio metro di giudizio. Spesso ciò che è diverso tende a farci paura perché è comodo non andare oltre il nostro naso. Accogliere la diversità ci dà la possibilità di apprezzare tradizioni e abitudini diverse di chi vive quotidianità diverse e lontane dalla nostra. Andrea si accontenta di giocare con i robot, sapendo che ha tanti altri giochi diversi in camera. E sorride sotto i baffi di yogurt giallo.