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Con Rampi e De Capitani riecheggia il canto gregoriano della cristianità

Andrea Milanesi domenica 22 novembre 2009
«Il canto liturgico " secondo i Padri " possiede una sua dignità particolare per il fatto che è un cantare insieme ai cori celesti. È l'incontro con Gesù Cristo che ci rende capaci di sentire il canto degli Angeli, creando così la vera musica che decade quando perdiamo questo con-cantare e con-sentire"». In queste parole di papa Benedetto XVI, pronunciate durante l'Omelia della Santa Messa di Natale del 2007, si può individuare il nucleo germinale e il significato ultimo del canto comunitario cristiano: espressione di fede e di partecipazione, terreno privilegiato dell'incontro tra la Parola di Dio e la preghiera dell'uomo.
In tale ottica, da oltre un millennio assistiamo al fiorire del repertorio gregoriano, pietra miliare e testimonianza viva di questa tradizione, come ci dimostra il cofanetto di dodici compact disc intitolato semplicemente Canto gregoriano (pubblicato e distribuito dalle Edizioni Paoline) che raccoglie insieme e ripropone tutti i titoli già precedentemente pubblicati nell'omonima collana discografica diretta da Giacomo Baroffio. Si tratta di uno scrigno prezioso che racchiude un tesoro di altissimo valore e che, nelle esecuzioni dei Cantori Gregoriani diretti da Fulvio Rampi e dell'ensemble Stirps Jesse guidato da Enrico De Capitani, ripercorre l'intero anno liturgico e le sue principali festività: dall'Avvento alle Solennità del Natale e dell'Epifania, dal Tempo di Quaresima alla Settimana Santa, dalla Veglia e dalla Domenica di Pasqua alla Solennità di Pentecoste, dalla Liturgia dei Defunti e dei Santi alle celebrazioni delle grandi Festività mariane e ai canti eucaristici per il Corpus Domini.
Pietra angolare del canto liturgico e «suono della memoria», nel gregoriano si possono simultaneamente identificare il principio del linguaggio musicale e le autentiche radici della cultura occidentale tout court, che sono infatti strettamente legate al cammino delle comunità cristiane nel corso della storia. Un patrimonio artistico e spirituale che, nonostante il trascorrere dei secoli, mantiene immutato il suo fascino senza tempo, ma anche quel senso di pace e di bellezza che apre i cuori e ci fa alzare lo sguardo verso il cielo; dove continuano ad andare sempre in scena i cori celesti degli Angeli"