Tutti i brani presenti nel cd intitolato Children of our Time (pubblicato da Hyperion e distribuito da Sound and Music) si ricollegano più o meno direttamente alla storia della Schola Cantorum di Oxford, blasonata compagine corale che fin dall'anno della sua fondazione (1960) ha saputo imporsi nel panorama musicale internazionale come una delle realtà più versatili e intraprendenti. Sotto la direzione di Jeremy Summerly, la formazione inglese passa qui in rassegna alcune delle pagine più significative del repertorio vocale che ' tra commissioni, dediche e prime esecuzioni assolute ' hanno contrassegnato le tappe principali del suo cammino artistico.La spina dorsale della tracking list di questo progetto discografico è costituita dai variopinti Five Negro Spirituals che Michael Tippett (1905-1998) ha composto nel 1958 e originariamente inserito nell'oratorio A Child of our Time, all'interno del quale ricoprivano una funzione simile a quella dei Corali nelle Passioni bachiane: momenti cioè privilegiati di riflessione spirituale e di partecipazione del pubblico fedele. Lo stesso Tippett ne ha poi realizzato una versione esclusivamente "a cappella" che, in titoli come Nobody knows o Go down, Moses, tocca alti vertici di elaborazione polifonica e freschezza espressiva.Nel toccante mottetto Ave verum corpus di Nicholas O'Neill (classe 1970) la musica arriva invece a lambire con tratti nobili e dolenti il sottile e misterioso confine che separa le sofferenze patite da Gesù sulla croce e la redenzione offerta all'intera umanità attraverso l'istituzione del sacramento della Comunione. Thou knowest my lying down è infine un adattamento a dodici voci approntato da Anthony Pitts (classe 1969) su una selezione di versetti tratti dal Salmo 139; si tratta del pannello centrale di un trittico di Anthems dedicati al tempo pasquale, dove gli arditi piani armonici si intrecciano e sovrappongono in un progressivo crescendo che culmina nel climax all'unisono dell'accordo finale.Musica sacra "del nostro tempo", appunto, mirabilmente proposta dai timbri puliti e dalle limpide inflessioni della Schola Cantorum di Oxford, che dimostra di aver perfettamente assimilato i criteri peculiari della più accreditata scuola interpretativa britannica.