La stagione è breve, ma decisamente intensa, e coincide in questo scorcio di inizio Primavera. Nei ristoranti fa capolino come fosse un vezzo che connota genuinità. Stiamo parlando del tarassaco, che nasce spontaneo in mezzo ai prati. Chi vive in campagna va cercare i ciuffi di dente di cane (o dente di leone) in mezzo alle vigne; chi è in città si arma di sacchetti e sconfina in quei prati immensi che circondano la città e poi torna a casa col bottino di "erba matta" (altro nome col quale si identifica) da condire con un poco di aglio, olio extravergine di oliva (andiamo in Toscana questa volta) e un filo di aceto di vino (assolutamente necessario, sempre). Questa è l"insalata classica e rinfrescante, che nel caso del tarassaco ha una variante data dall"uovo sodo tagliato a fette. Ma già la presenza dell"uovo, richiama alla possibilità di fare la frittata. E qui ci fermiamo per fare un invito a tutti: prendete per mano i vostri figli ed invitateli a vivere un momento semplice di manualità e di gusto. Portateli allora in un prato o in vigna, cercate i ciuffi di tarassaco più teneri, quelli che hanno il centro ancora bianco e raccoglieteli. A casa li laverete più volte, molto attentamente, prima di tagliarli col coltello in piccoli pezzettini. Procuratevi poi le uova. Sbattete le uova in modo da fornire un"amalgama tra rosso e bianco, ma senza esagerare, altrimenti la frittata lievita ben poco. In una padella mettete a rosolare del burro oppure usate l"olio extravergine di oliva, quindi versate di colpo le uova nella padella ed il tarassaco tritato che magari avrete aromatizzato con un po" di pepe. Con questo piatto berrete vino bianco, ed in particolare Verdicchio dei Castelli di Jesi oppure un vino campano come il Greco di Tufo. Se poi vi avanza ancora del tarassaco, conditelo con un soffritto di pancetta e lardo e qualche gheriglio di noce, magari per un ghiotto pranzo del giorno dopo, facendo finta che sia sempre un piatto iperdietetico come farebbe immaginare ogni insalata.