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Saba Archimandrita. Con gesti e parole, silenzi e preghiere diamo forma all’infinito ogni giorno

Matteo Liut martedì 5 dicembre 2023
Ciò che i monaci, con la loro scelta di vita radicale, fano ogni giorno attraverso i loro gesti e le loro preghiera, è in realtà il simbolo di ciò che ogni cristiano dovrebbe fare nella propria esistenza: costruire attorno a sé un frammento del Regno di Dio. Con pazienza e dedizione, intessendo relazioni profonde e piene di gioia ma anche curando la propria interiorità, è possibile diventare testimoni di quell’amore infinito da cui tutto dipende. È il messaggio profetico che oggi ci consegna anche san Saba Archimandrita che diede a questo frammento di Cielo sulla terra la forma della “laura”, la forma tipica di comunità monastica dell’Oriente cristiano. Era nato nel 439 a Cesarea di Cappadocia e aveva ricevuto una solida formazione nel monastero di Flavianae. Partito per la Terra Santa da pellegrino a 18 anni, intenzionato a farsi monaco, incontrò diverse comunità monastiche, ognuna con una struttura e uno stile di vita diverso. Trovò, infine, un maestro spirituale nel monaco Eutimio detto “il grande”, assieme al quale visse la sua esperienza eremitica nell’attuale Giordania. Dopo la morte di quest’ultimo si stabilì nella valle del Cedron, nei pressi di Gerusalemme, e ben presto attorno a lui crebbe una folta comunità: era la “laura”, che in suo onore prese poi il nome di Mar Saba. Nel 492 il fondatore venne ordinato sacerdote e il patriarca Elia di Gerusalemme lo nominò archimandrita, capo di tutti gli anacoreti di Palestina. Morì nel 532. Altri santi. San Giovanni Almond, sacerdote e martire (1576-1612); beato Filippo Rinaldi, sacerdote (1856-1931). Letture. Romano. Is 11,1-10; Sal 71; Lc 10,21-24. Ambrosiano. Ez 16,1.3a-3b.44-47.57b-63; Sal 79 (80); Os 1,6-2,2; Mt 19,23-30. Bizantino. Gal 5,22-6,2; Mt 11,27-30. t.me/santoavvenire