Le parole di viaggio non formano, tutte insieme, quell'«oceano dipinto» di cui diceva Coleridge? Tonino Repetto lo ha suggerito componendo un mosaico a più voci, pubblicato su Kurz, periodico dei Presìdi del libro di Vercelli e del Piemonte. I testi, che insieme costruiscono un racconto, sono seguiti dall'elenco dei libri da cui sono tratte le citazioni. Ma è il mosaico senza nomi che precede a raggiungere lo scopo: quello di narrare una storia in cui tutti ci riconosciamo, un «viaggio dei viaggi» sotto un titolo magnifico. Ecco qualche tessera. «La fredda e umida brezza notturna soffiò, un gabbiano volò in alto stridendo, noi lanciammo col cuore pesante tre evviva e ci tuffammo ciecamente come il Fato nell'Atlantico deserto … Bene, siamo in viaggio … Noi lasciammo la città equatoriale / Verso l'inquieto mare notturno / Andavamo andavamo, per giorni e per giorni … Appare la città grigia e velata… Poi fuggii. Mi persi nel tumulto delle città colossali… Per le strade / strette oscure misteriose … Camminavo, camminavo nell'amorfismo della gente … Via dal tanfo / Via dal tanfo e per le strade / E cammina e via cammina / Già le case sono più rade … Si calmi. Dove vuole mai andare? … Abbiamo ancora un po' di strada da fare … E subito riprende / il viaggio / come / dopo il naufragio / un superstite / lupo di mare …».