Nella somiglianza tra la luce cosmica e il mantello divino si profila il progetto di una luce più intima, ma insieme più alta che Dio vuole presente nell'opera delle sue mani (Sal 92,5). Vera sorgente di luce nel progetto di Dio deve essere il cuore dell'uomo. Il piano per tale realizzazione si trova nel profeta Isaia (58.6-8). Egli prospetta come cosa veramente gradita a Dio dividere il pane con l'affamato, portare in casa i miseri, vestire chi è nudo. Se in un certo senso Dio ha regalato il suo mantello, la luce, al creato si può pensare di non coprire la nudità del prossimo, o anche solo di non ripararlo dal freddo della notte? Cosa succede se si concretizzano le aspettative divine? Il profeta parla chiaro: «Allora la tua luce sorgerà come l'aurora» (58,8). In Medio Oriente l'aurora è repentina e dirompente, tutta l'intensità solare esplode nell'aria in un istante. Immediatamente la tenebra è vinta. Di tale prontezza Dio desidera il soccorso al povero. Questa è la trama davvero splendente perché il creato sia vestito di luce. Quando più nessuno avrà fame e tutti avranno un mantello allora ci sarà davvero la luce. Ogni aurora quindi è memoria di comunione, e ogni tramonto celebrazione di condivisione.