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Chiara d’Assisi. Come l’amore chiama amore la santità chiama santità

Matteo Liut domenica 11 agosto 2024
Santità chiama santità così come amore chiama amore, perché la passione che abita nel cuore, quando è alimentata dalla vita divina, non può restare un bene individuale, ma diventa sempre testimonianza che affascina e cambia le vite. Così avvenne per
santa Chiara d’Assisi, la cui testimonianza evangelica si alimentò del gesto di san Francesco, quando scelse di rinunciare a tutto ciò che possedeva nel mondo per mettersi alla ricerca dell’unico tesoro che conta. Nel 1206 quando Francesco si spogliò dei propri abiti come segno di affidamento totale a Dio, infatti, Chiara, ragazza dodicenne, rimase profondamente colpita da quella scelta. Era nata nel 1194 ed era figlia del conte Favarone di Offreduccio degli Scifi. Nel 1213 fuggì da casa per consacrarsi a Dio sotto la guida di Francesco, che, alla Porziuncola, le tagliò i capelli e le fece indossare il saio francescano. La portò poi al monastero benedettino di San Paolo, a Bastia Umbra, dove però il padre la raggiunse per cercare invano di persuaderla a tornare a casa. Rifugiatasi nella Chiesa di San Damiano, vi fondò l’Ordine delle Sorelle Povere, nella cui prima regola, dettata da Francesco, partì dalla scelta di riporre ogni propria certezza nel cuore di Dio e formulò l’invito a dare alla propria vita la «forma del Vangelo». Chiara morì nel 1253 e fu canonizzata nel 1255. Altri santi. Sant’Alessandro il Carbonaio, vescovo (III sec.); beato Maurizio Tornay, martire (1910-1949). Letture. Romano. 1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51. Ambrosiano. Ger 25,1-13; Sal 136 (137); Rm 11,25-32; Mt 10,5b-15. Bizantino. 1Cor 15,1-11; Mt 19,16-26. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata