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Giuseppe Marello. Come Giuseppe artigiani della speranza per il mondo

Matteo Liut giovedì 30 maggio 2024
Chi sono i cristiani, se non coloro che con le proprie mani costruiscono un mondo di pace e di speranza? Un compito che ha da sempre in san Giuseppe un testimone e un patrono: ecco perché a lui si ispirò l’intera opera di san Giuseppe Marello. Nato a Torino il 26 dicembre 1844, dove suo padre gestiva un negozio ed era amico di don Giuseppe Cottolengo al quale regalava lenzuola per gli ospiti della «Piccola Casa», Marello rimase orfano di madre a 4 anni. A 12 anni andò in pellegrinaggio al Santuario della Misericordia di Savona e qui, nella cripta davanti all’altare di Maria, si sentì chiamato al sacerdozio. Il 31 ottobre 1856 entrò nel Seminario di Asti e fu ordinato prete nel 1868 ad Asti. Divenne poi segretario del vescovo, che lo portò con sé al Concilio Vaticano I. Ispirandosi alla figura di san Giuseppe, dichiarato nel 1870 patrono della Chiesa universale, animò tutto il suo ministero e diede vita agli Oblati di San Giuseppe, congregazione religiosa che sorse nel 1878. Sin dagli inizi del suo sacerdozio aveva intuito i bisogni della gioventù e dei poveri, oltre a preoccuparsi della ricostruzione della vita religiosa messa in difficoltà da alcune leggi statali. Nel 1889 fu scelto come vescovo di Acqui. Ai preti della sua congregazione chiedeva di essere «certosini in casa, apostoli fuori». Morì a Savona il 30 maggio 1895. È santo dal 2001. Altri santi. Santi Gavino, Proto e Gianuario, martiri (III sec.); santa Giovanna d’Arco, vergine (1412-1431). Letture. Romano. 1Pt 2,2-5.9-12; Sal 99; Mc 10,46-52. Ambrosiano. Es 24,3-8; Sal 115 (116); Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26. Bizantino. Rm 5,10-16; Mt 8,23-27. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata