Combes che scoprì la vera Teresa di Lisieux
A 5 anni la morte della mamma, che lo aveva orientato alla conoscenza religiosa e alla musica. A 16 anni è organista della cattedrale di Rodez, a 18
si diploma in letteratura, si appassiona al Vangelo e alla “Imitazione di Cristo”.
Nel 1917 entra nel Seminario di San Sulpizio a Parigi e scopre l’opera di san Tommaso d’Aquino. Il grande medievista Etienne Gilson lo porta con sé, lui si laurea in teologia, Lettere e Scienze alla Sorbona. In pochi anni scrive migliaia di pagine sui teologi e mistici del Medioevo. Il cardinale Suhard gli chiede di insegnare storia della spiritualità alla facoltà teologica di Parigi. Passata la guerra lo chiamano anche in Canada. Sarebbe disposto, ma incontra gli scritti di Teresa e rimanda ogni altro impegno. Arriva a Lisieux come cappellano del Carmelo. Ha tempo e modo per “costringere” le sorelle di Teresa a far conoscere gli originali, e per capire che la verità è ancora nascosta. Una lotta: vincendo le resistenze interne ed esterne riesce nel 1947 a pubblicare un volume delle Lettere di Teresa: consensi a lui anche in autografi delle sorelle di Teresina, ma con resistenze che turbano la vita del Carmelo, offrendo l’occasione per una duplice visita commissariata che si conclude nel 1950 con il comando di allontanamento immediato. Eppure solo qualche settimana prima in una lettera Giovanni Battista Montini, a nome di Pio XII lo esortava a continuare le ricerche, e poi giunge l’allontanamento doloroso. Lui reagisce con il silenzio, la preghiera e nuovi studi anche su Teresa. Eccolo dunque anche a Roma, per lezioni di spiritualità all’allora Ateneo lateranense. Qui per me l’incontro con lui, e fin dal primo momento un’intesa. Preparo la mia tesi, ma lui passa all’altra vita l’8 dicembre 1968, e quel giorno nell’ultimo suo scritto invoca: “Ecco la mia morte! Vieni Signore Gesù!” Ma oggi si impongono due segnalazioni. La prima minore, per la pubblicazione prossima di una seconda edizione, in buona parte nuova, del mio libro edito nel 2013 dalla Lindau, quello che era nella borsa da viaggio di papa Francesco
in partenza per il Brasile, quando si disse “molto devoto” a Teresa. La vera e nuova segnalazione giunge nell’annuncio di una lettera apostolica su Teresa a firma di papa Francesco. Con gli occhi al passato, al presente e al futuro e con il cuore grato a chi ci offre questo nuovo dono, vale per ora la pena di pregare ed attendere: del resto oggi è il 30 settembre, anniversario di quell’incontro inedito tra Teresa che muore alla vita terrena e Giovanni Battista Montini che questa vita la inizia: pare una buona protezione per tutti quelli che amano sia l’una che l’altro. © riproduzione riservata