Colore e un po' di retorica per l'Alpino scelto da Draghi
Alessandro Sallusti rievoca i gloriosi western di John Ford: «La festa è finita, arrivano i nostri», le giacche azzurre con la penna sul cappello. Ci sta: il "Giornale" gongola per la cacciata degli uomini del detestato governo M5s-Pd. Con «l'alpino Figliuolo (...) Draghi sta smantellando il "sistema Conte". Fuori i buffoni, dentro i generali degli Alpini. Via i chiacchieroni e i twittaroli, largo a chi lavora in silenzio e non annuncia prima di avere fatto». Ma il "Fatto quotidiano" la vede in modo opposto. Macché giacche azzurre: «Sturmtruppen. Un generale per i vaccini», con un fotomontaggio in cui tutti - Draghi Salvini Renzi e Bossi - indossano la divisa: «Draghi vira a destra». Marco Travaglio fa di più e di peggio, evocando il fantasma del caudillo Francisco Franco: «Il generalissimo si occuperà di vaccini e di tutti gli altri acquisti anti-covid».
Non nasconde la soddisfazione il "Tempo": «Draghi ci ha liberati da Arcuri», con Franco Bechis che sintetizza: «Senza mai dire nulla dunque il premier ha cancellato in tre mosse un anno di errori nella lotta alla pandemia». Ma che dire di Vittorio Feltri che su "Libero" scrive: «Figliuolo (speriamo prodigo)»? Anche no. Prodigo significa innanzitutto dissipatore, che spende e spande fuori misura. Poi, solo poi, anche generoso... Meglio alpino e basta.