Colf, la sanatoria nei conventi
Il convento o il seminario interessato al condono (supposto che le irregolarità lavorative siano sempre marginali) costituisce quindi «un datore di lavoro domestico» così come una famiglia rappresenta un singolo datore di lavoro domestico. Da questo discende che i requisiti applicabili alla famiglia debbano essere gli stessi richiesti ad un convento o ad un seminario, senza alcuna eccezione o differenza di genere.
Quante colf. La famiglia può regolarizzare senza limiti di numero i lavoratori appartenenti all'Ue o con permesso di soggiorno; altrettanto potrà fare l'ente religioso. Altrimenti, per gli extra-Ue, una sola colf e non più di due badanti, anche part time, per ogni anziano o invalido da assistere; una casa di riposo potrà fare altrettanto, indipendentemente dal numero degli ospiti assistiti.
Reddito di garanzia. Per la sanatoria di lavoratori extracomunitari, dovrà risultare, a bilancio 2008 dell'ente religioso un reddito minimo di 20/25 mila euro, la cui copertura è in genere facilmente garantita dal conto patrimoniale. A formare il reddito di garanzia concorrono i redditi dei componenti il nucleo familiare, alias l'ente. Tra i proventi si contano anche gli eventuali assegni di invalidità e i trattamenti assistenziali (pensioni, assegni sociali ecc.) di chi gestisce la struttura così come degli ospiti che usufruiscono delle attività delle colf o delle badanti.
Controlli. Oltre alla regolarità dei rapporti di lavoro denunciati, la sanatoria avrà un effetto inevitabile. Da ottobre (salvo una proroga all'operazione in corso) saranno intensificati i controlli sui rapporti di lavoro domestico in nero di italiani e di stranieri. L'incrocio delle banche dati (Inps, Prefetture ecc.), sempre più sofisticato, consentirà di individuare le aree sociali e geografiche a più alto tasso di evasione.