Colf, il sommerso da conquistare
In ogni caso il netto salto di qualità del nuovo contratto collettivo ricade inevitabilmente sulle famiglie che osservano le regole del settore domestico (retribuzioni e contributi Inps), sempre più in grande difficoltà e ora chiamate a un ulteriore sforzo economico.
Sono circa 860mila le persone con un regolare rapporto di lavoro domestico (intero o a ore), per il 90% donne ma, secondo le stime sul sommerso, una fascia molto più ampia di circa 1 milione e 200 mila colf e badanti lavora in nero. Un sommerso di necessità, indotto anche dagli scarsi sostegni sociali e fiscali per le famiglie con più figli o con anziani da assistere.
Il recupero di questo sommerso, almeno in alta percentuale e con tutti gli evidenti vantaggi per una regolarizzazione del settore, passa dalla deducibilità integrale di tutti i costi sostenuti per il lavoro domestico e per l'assistenza familiare.
Il rischio di abusi e di connivenze, che finora ha potuto frenare la scelta della completa deducibilità (più volte proposta) della spesa domestica, è ora superabile grazie alla tecnologia. Attraverso app, pc, tablet ecc. sono oggi facilmente comunicabili all'Inps l'effettivo inizio e fine di qualsiasi prestazione domestica (con copertura Inail garantita) e con i relativi compensi. L'Inps verrebbe così garantito della contribuzione dovuta (superando anche il complesso sistema dei versamenti trimestrali) e, per i suoi aspetti, il Fisco avrebbe traccia degli importi deducibili e delle dichiarazioni fiscali delle lavoratrici. Infine gli interessati, il datore di lavoro e la lavoratrice ciascuno per la sua parte, non avrebbero interesse a dichiarazioni non veritiere.