COLF, CHIARIMENTI SULLA SANATORIA
Sulle incerte disposizioni per la regolarizzazione di colf, badanti e di altri lavoratori in nero, il Ministero del lavoro interviene (circ. n. 50/2002) riassumendo i chiarimenti via via succedutisi dopo l'avvio dell'operazione ed aggiungendo altre precisazioni, in risposta alle tante incertezze suscitate dalla sanatoria nelle famiglie ed altri datori di lavoro interessati.Il rapporto di lavoro, effettivo e continuativo, di colf e badanti deve essere iniziato almeno dal 10 giugno 2002, cioè tre mesi prima del 10 settembre. Per i periodi di lavoro svolti eventualmente dai lavoratori regolarizzati prima del 10 giugno, dovranno essere in seguito pagati i contributi Inps con gli interessi. È in arrivo un apposito decreto per consentirne anche il pagamento a rate fino a due o tre anni. Sui tre mesi della sanatoria (dal 10 giugno al 9 settembre) è invece dovuto il contributo fisso una tantum di 290 euro più 40 di spese, ma senza interessi. Per i periodi successivi al 10 settembre, i datori di lavoro dovranno versare i relativi contributi alle scadenze e con le modalità ordinarie, anche nell'ipotesi in cui la stipulazione del contratto di soggiorno risultasse vietata da motivi di legge. Il Ministero ricorda infine che per le badanti il livello minimo contrattuale è il secondo, indicato nel contratto nazionale, e per le colf almeno il terzo livello.I datori di lavoro domestico che si avvalgono della regolarizzazione non sono punibili per le violazioni relative alle norme sul soggiorno, sul lavoro e di carattere finanziario commesse prima del 10 settembre. Nella fase conclusiva della sanatoria, sarà presente presso ciascuna Prefettura uno "sportello polifunzionale" per la definizione di tutti gli aspetti dei rapporti di lavoro. All'impiegato ministeriale è vietato chiedere notizie diverse da quelle necessarie per la compilazione del modulo di contratto lavorativo (ad esempio, condizioni economiche personali ecc.), salvo il caso di evidenti dubbi sulla vera esistenza del rapporto di lavoro.La sanatoria per i domestici richiede che il reddito mensile del lavoratore non sia inferiore a 490 euro e che può essere conseguito lavorando anche presso più famiglie. In questa ipotesi, ogni famiglia dovrà versare alle Poste l'intero contributo forfetario, dichiarando sull'apposito modulo solo le ore effettivamente lavorate nella propria abitazione e il relativo stipendio pagato. Ad ogni famiglia corrisponderà un distinto contratto di lavoro, sulla base però di un unico permesso di soggiorno.I datori di lavoro che sostengono per la colf o la badante le spese per un alloggio, avente i requisiti di legge, possono, a titolo di rivalsa e per la durata della prestazione, trattenere dalla retribuzione una somma non superiore ad un terzo del compenso mensile.Il Ministero segnala infine che, in vista dell'abrogazione del libretto di lavoro, non è più necessario richiedere questo documento ai fini della sanatoria.