Coldiretti, termina il mandato di Moncalvo. Il 7 novembre nuovo presidente
Scelta onesta e atipica, quella di Moncalvo, che fra l'altro ha iniziato la sua storia agricola partendo da altro. Da neolaureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, l'ormai ex presidente nazionale della Coldiretti ha preferito impegnarsi nell'azienda agricola familiare con innovazioni tecniche, gestionali e di orientamento produttivo. Moncalvo poi ha intrapreso tutto il percorso all'interno delle gerarchie del sindacato fino ad arrivare nel 2013 ad essere il più giovane presidente dalla nascita della Coldiretti. In cinque anni sotto la sua guida l'associazione ha raggiunto risultati preziosi per le campagne italiane e, più in generale, ha visto crescere il proprio prestigio e la propria forza, sulla scena pubblica nazionale ed internazionale. Certo, Coldiretti non è più quella potente macchina da voti di un tempo, che riusciva a far eleggere decine di parlamentari alle Camere e orientare buona parte delle politiche agricole italiane. È probabilmente qualcosa di più: un'organizzazione che è capace di far parlare dell'agricoltura e dell'agroalimentare in un modo nuovo e diverso, più coinvolgente e comprensibile alla gente. Una sfida vinta (che crea anche molte invidie). «Quando ho iniziato il mio mandato, sapevo soltanto che i cinque anni successivi sarebbero serviti per preparare la strada a una migliore Coldiretti e a chi sarebbe venuto dopo di me», ha detto Moncalvo al Consiglio nazionale che ha accolto le sue dimissioni.
Adesso Coldiretti si trova però davanti ad un'altra sfida. Il 7 novembre è convocata l'Assemblea elettiva che sceglierà il nuovo presidente, con una novità che è già nei fatti: a votare sarà una classe dirigente in buona parte giovane e innovata. Un segnale anche questo.