Quello del 2018 è certamente un Natale miliardario per gli italiani. Almeno dal punto di vista della spesa alimentare. Dopo una partenza titubante si parla di una crescita dei consumi che dovrebbe arrivare a 4,5 miliardi di euro. Certamente meno del 2017 (-5%), ma pur sempre una cifra di tutto rispetto. L'indicazione sul giro d'affari natalizio è arrivata ieri da una analisi di Coldiretti/Ixè "Il Natale nel piatto" presentata a Roma.
L'aria difficile che respira l'economia nazionale, si riflette comunque anche sulle tavole. Stando alla ricerca la maggior parte della spesa alimentare delle feste è dedicata al pranzo di Natale che il 91% degli italiani consumerà nelle case con effetti anche sul contenimento della spesa. Poche quindi le ricadute positive sulla ristorazione. La parola d'ordine più diffusa sembra essere una sola: tradizione. A partire, per esempio, dallo spumante che sarà presente sull'87% delle tavole. Che fra l'altro rappresenta comunque una delle voci d'esportazione più importanti. E se, dice sempre Coldiretti, in Italia lo spumante si classifica al primo posto negli acquisti irrinunciabili per le feste, all'estero non sono mai state richieste così tante bollicine italiane con un balzo del 13% del valore delle esportazioni, sulla base delle spedizioni registrate dall'Istat nei primi nove mesi dell'anno, che fanno di questo vino uno dei più conosciuti al mondo.
Nonostante tutto, quindi, gli italiani non rinunciano a celebrare il Natale a tavola. Un fatto incontrovertibile che spinge i coltivatori diretti a dire che «se per molte aziende le feste di fine anno sono un momento rilevante, alle istituzioni offrono un importante segnale con la volontà dei cittadini di sostenere nelle scelte di acquisto il vero made in Italy per aiutare l'economia, il lavoro e il paesaggio dei diversi territori». Tradizione che si fa economia e richiesta politica per un comparto che rappresenta le materie prime e gli eccellenti prodotti noti in tutto il mondo.