Come era meravigliosa la vacanza quando si era giovani ed era decisa dai genitori e ancora di più quando si trattava di raggiungere, forse con il treno, l'antico paese della vecchia famiglia. Quale commozione ritrovare le vecchie poltrone dove si erano seduti i nonni a raccontarsi gli antichi ricordi e a litigare sulle date, sui nomi passati. Che sorpresa riaprire le finestre, chiuse durante tutto l'anno, a scoprire su tutto il prato cespugli cresciuti, gli alberi più alti, e respirare quell'odore di erba appena tagliata che giaceva ancora per essere asciugata dal sole. La nostra meraviglia era ritrovare queste cose di sempre che sembrava ci avessero aspettato sotto le piogge fredde d'autunno, sotto la neve del lungo inverno fino a richiamare i raggi del sole perché dessero coraggio alle piccole margherite a uscire dall'erba e farsi baciare. Imparammo così, senza tante lezioni, che cosa è la vita: come si nasce e come si muore, come i figli ritornano dalla stessa terra e il loro primo sorriso è la carezza della luce, la realtà dell'aria, il grido degli uccelli che hanno lo stesso canto della madre. Le montagne più alte tutte attorno ci parvero subito una difesa e poi lentamente ci accorgemmo di crescere anche noi con loro e che era necessario imparare ad avere la loro forza, a perdere la paura, a cercare le vette più alte quando si voleva conoscere la vita. Le stelle alpine nascono sui dirupi più difficili da raggiungere, ma pare ti richiamino per conoscere quali sono il tuo coraggio e la tua forza. Allora metti i piedi in sicurezza, una mano tesa sulla roccia che pensi sia più sicura , e poi stendi il tuo corpo verso il fiore, non visto da nessuno, che sembra ti guardi quasi con interesse. Ecco, lo hai preso, è la tua prima vittoria. È la vita che ti chiederà coraggio e sicurezza, ancora nei primi anni del tuo respiro. Ti volterai e giù in fondo nessuno avrà visto la tua paura e il tuo coraggio, ma resteranno nel tuo cuore per sempre. Ogni volta che negli anni si presenterà un momento negativo e avrai le lacrime agli occhi ti ricorderai l'impresa della tua mano e quella tinta soffice, senza colore deciso della tua stella che si era lasciata prendere per far conoscere a te stesso il tuo coraggio. Quanto dolore oggi occupa il mondo! Una volta non era così, oppure noi non sentivamo il pianto degli altri, di chi gridava più piano? Questo un castigo del cielo ? Allora i buoni dovrebbero essere salvati! Un insieme di errori umani? Quasi una incapacità di rinunciare al meglio, a quello che si considera più importante, a qualcosa che chiamiamo felicità ed è per pochi? Ci deve essere un modo di affrontare tutto questo, lo sappiamo, ma è la cosa più difficile che ci viene chiesta da chi ci ha dato la vita: è la pazienza, la comprensione, il perdono, la pace, la bontà, la pietà, la carità, l'amore, l'affetto, la tenerezza, la gioia per gli altri, la gratitudine, la riconoscenza, l'amore anche per chi ci ha abbandonato.