Clero, nuovo iter per l'invalidità
L'affidamento delle attività alla sede di Terni ha consentito di mettere ordine nel vecchio archivio dei contributi e di effettuare una tempestiva lavorazione delle domande di pensione. A questa complessa operazione mancava tuttavia un ultimo importante tassello, che è stato inserito da pochi giorni nella struttura ternana.
Si tratta del riconoscimento del diritto alla pensione di invalidità per gli iscritti al Fondo clero, riconoscimento affidato ora al Centro medico legale della sede di Terni (lo stesso che provvede alle visite per invalidità degli assicurati residenti).
Il nuovo assetto organizzativo prevede che i sacerdoti interessati alla pensione di invalidità dovranno presentare le loro richieste presso la sede Inps di residenza. La sede territoriale ne darà informazione al Centro medico di Terni, il quale, dopo le necessarie registrazioni, disporrà un primo accertamento medico del sacerdote presso la stessa sede territoriale. Una volta acquisito il parere medico di questi uffici, il Centro di Terni esprimerà il giudizio definitivo sul diritto dell'interessato alla prestazione di invalidità.
Nell'impianto di questa procedura per rogatoria, si è dovuto necessariamente evitare che i sacerdoti aspiranti alla pensione di invalidità transitassero tutti ed obbligatoriamente presso gli uffici di Terni, con inevitabili spese e disagi.
Ricorsi. In caso di rigetto della domanda (dichiarazione di «non invalido»), l'eventuale ricorso del sacerdote seguirà sostanzialmente la stessa procedura della domanda principale. In questa ipotesi, il ricorrente sarà sottoposto al parere sanitario di un collegio medico presso la sede territoriale. A questo giudizio si aggiungerà il parere del Centro di Terni e infine la pratica sarà valutata anche dal Centro medico legale della Direzione generale dell'Inps. La decisione definitiva su qualsiasi ricorso, compresi quelli di tipo sanitario, spetta al Comitato di Vigilanza che presiede alla gestione del Fondo Clero.
Il sacerdote può incaricare un medico di fiducia (o il medico del patronato) che parteciperà alla visita collegiale del ricorso. La presenza del medico di parte garantisce un equilibrio nelle valutazioni del collegio visitante. Sono tuttavia pochissimi i sacerdoti che si avvalgono del medico di parte, consegnandosi così al buio alle valutazioni del collegio.