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Clemente Romano antico Papa «di oggi»

Gianni Gennari sabato 29 ottobre 2022
Clemente, un Papa antico: terzo dopo san Pietro e primo a comportarsi da papa in senso attuale, intervenendo con autorità presso altre chiese. “Confratello” e tra i primi Papa e martire, detto “romano” per distinguerlo da Clemente Alessandrino, teologo e padre della Chiesa. La fonte più vicina per la sua storia è Ireneo di Lione, III secolo, che lo descrive così: «Risuonava ancora nei suoi orecchi la predicazione degli Apostoli». Qualche scritto antico lo identifica con il Clemente che san Paolo chiama suo “collaboratore” (Filippesi 4, 3), e Tertulliano parla di lui come “presbitero” ordinato da Pietro stesso. Certo fu il suo terzo successore, e il suo culto, raccontato da scritti antichissimi è subito arricchito da leggende singolari, tra cui quella che i carnefici per essere sicuri della sua morte lo gettarono in acqua legato ad un’ancora, perché nessuno riuscisse a ripescarlo e raccontare sue nuove avventure pericolose per l’Impero, ma il mare retrocesse di centinaia di metri per consentire ai cristiani di ritrovare il suo corpo. …Fu vescovo di Roma per 9 anni dopo Lino e Cleto, a fine I secolo, sotto gli imperatori Domiziano, Nerva e Traiano, e certo fu il primo che intervenne con autorità negli affari interni di un’altra chiesa, nientemeno quella apostolica di Corinto fondata da san Paolo, con una sua Lettera alla Chiesa di Corinto in cui promuove riconciliazione e armonia ricordando l’origine divina della Chiesa e le norme della successione apostolica descrivendo doveri e “ministeri” di ciascuno. Questa lettera è anche detta “l’epifania del primato di Roma”…La comunità – scrive – deve essere modello di fraternità, e nonostante le persecuzioni in atto, raccomanda a tutti il rispetto delle leggi umane, purché non contrastino i doveri della fede…Frequenti nel testo i rimandi
all’Antico Testamento, e qualche storico ha supposto una sua origine ebraica, e qualche fonte antica parla persino della sua appartenenza alla famiglia imperiale di Domiziano…Le fonti dicono che fu esiliato in Crimea, ai tempi di Traiano, ma siccome anche lì la sua parola convertiva le folle, e 2mila persone in seguito fondarono 75 luoghi di culto, fu deciso di ucciderlo. Le sue reliquie furono trasportate a Roma da san Cirillo nella basilica costantiniana ai piedi del Celio: san Clemente…Al di là delle leggende resta il testo di una sua lunga Lettera, celebrata fin dai suoi tempi e solennemente indirizzata “dalla Chiesa di Dio che alberga a Roma alla Chiesa di Dio che alberga a Corinto”. In essa, dopo l’elogio del passato apostolico della comunità di Corinto, Clemente ricorda il rispetto dovuto agli “anziani” – forse nel senso preciso di “presbiteri” – elogia le virtù che debbono regnare e denuncia i vizi che la distruggono, arrivando con delicatezza, a indicare i rimedi pratici, e tra essi l’esempio della comunità di Roma che, pur oppressa dalle persecuzioni, resiste con fede ed amore e manifesta la sua unità nel culto disciplinato e unanime. Per molto tempo la Lettera di Clemente veniva letta pubblicamente nella Chiesa di Corinto, e stimata al punto da essere messa, come nel famoso Codice Alessandrino, insieme alle Lettere degli Apostoli, anche se mai è entrata nel numero dei libri del Canone biblico. Famoso resta il suo inizio, che per noi vale come conclusione: «Gli Apostoli ricevettero il Vangelo per noi dal Signore Gesù Cristo, Gesù Cristo fu inviato da Dio. Così Cristo proviene da Dio, e gli Apostoli da Cristo. Ambedue le missioni hanno origine dalla volontà di Dio. Essi così, predicando dappertutto, in campagna e in città, nominarono i loro primi successori, essendo stati messi alla prova dallo Spirito Santo, per essere vescovi e diaconi…» Clemente, papa e martire alla fonte della nostra storia. La sua festa è il 23 novembre. © riproduzione riservata