Rubriche

Cittadino e burocrazie: riportare il Sud alla luce

Francesco Delzio sabato 31 dicembre 2016
Dopo decenni di riforme e controriforme, seguite puntualmente a campagne elettorali in cui il tema era al centro di programmi modello "libri dei sogni", il rapporto tra cittadino e Pubbliche amministrazioni è oggi circondato da uno strano oblio. Eppure in Italia l'inefficienza delle Pa – molto più a livello locale che centrale – rimane il vero vulnus del nostro sistema di convivenza organizzata, come ciascuno di noi potrebbe testimoniare nella sua vita quotidiana.
E il rapporto con le amministrazioni pubbliche è ancora terribilmente lontano da una visione del "cittadino-cliente al centro", con le sue esigenze di semplicità, trasparenza e rapidità. Al contrario: siamo costretti ad affrontare ancor oggi procedure complesse e poco chiare, a fare i conti con un'inutile sovrabbondanza di documenti che spesso servono soltanto a giustificare l'esistenza d'un ufficio perché non tutelano in alcun modo la "pubblica fede", a subire la scarsa organizzazione degli sportelli a contatto diretto con il cittadino.
Secondo una recente analisi della Cgia di Mestre su dati del Fondo monetario internazionale, l'inefficienza della Pubblica amministrazione ci costa oltre 30 miliardi di euro l'anno di mancata crescita. Perché se la amministrazioni pubbliche garantissero in tutta Italia la stessa qualità di servizi offerta nei migliori territori – come la Provincia di Trento – il Pil nazionale aumenterebbe del 2% l'anno.
Non è una chimera: basti pensare che nella classifica delle 30 migliori amministrazioni dell'Unione Europea non c'è nessuna presenza italiana. La prima, appunto la Provincia autonoma di Trento, si colloca al 36esimo posto della classifica generale, mentre 7 Regioni del Mezzogiorno si collocano nelle ultime 30 posizioni, peggio di tutte Campania e Calabria.
La vera sfida – in questo ambito, come in molti altri – è dunque "riportare in Europa" il nostro Mezzogiorno, per garantire ai cittadini meridionali il diritto di ricevere dallo Stato lo stesso trattamento rispetto ai connazionali. Partendo da una consapevolezza: non possiamo più coltivare l'illusione che la "scossa" arrivi dall'interno delle stesse amministrazioni inefficienti o ancor meno dalle classi politiche che dovrebbero indirizzarle, e che invece continuano a usarle come serbatoio di lottizzazioni e di voti.
È necessario, invece, creare un meccanismo di competizione e di contaminazione tra le amministrazioni a livello nazionale, che "costringa" di fatto quelle con le performance peggiori ad allinearsi agli standard migliori. Sarà uno dei buoni propositi del ministro Madìa per il 2017?
@FFDelzio