Cirillo di Alessandria. Nell'unione di due nature il fascino del cristianesimo
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Un Dio che rimane sé stesso, anche se si “mescola” con l'umanità senza svilirne l'identità profonda: è questo uno dei messaggi più affascinanti e profondi del cristianesimo. Un appello a trovare Dio nel volto del compagno di strada sapendo che comunque Egli rimane il “totalmente altro”. Non è stato facile rendere a parole il complesso concetto teologico delle due nature, umana e divina, unite nella persona di Cristo; una formulazione cui hanno contribuito padri come san Cirillo d'Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa. Nato attorno al 370, nel 412 divenne vescovo di Alessandria, comunità che guidò fino alla morte, nel 444. Il confronto teologico vide Cirillo (difensore anche del titolo mariano di “Madre di Dio”) contrapposto soprattutto a Nestorio, la cui dottrina, basata sulla divisione tra le due nature di Cristo, fu condannata dal Concilio di Efeso del 431.
Altri santi. San Sansone, sacerdote (VI sec.); sant'Arialdo di Milano, diacono e martire (XI sec.).
Letture. Lam 2,2.10-14.18-19; Sal 73; Mt 8,5-17.
Ambrosiano. Lv 23,9.15-22; Sal 96 (97); Rm 14,13-15,2; Lc 11,37-42.