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Ciò che finora no

José Tolentino Mendonça giovedì 11 aprile 2019
Penso ai nostri propositi mancati. A quei propositi quaresimali e agli altri che abbiamo fatto con tanta motivazione, e che abbiamo poi abbandonato per strada. Avevamo creduto che sarebbe stato più facile, che il contesto avrebbe contribuito in modo più favorevole o che saremmo stati più forti, e ci rimane adesso questo intimo imbarazzo che ci delude e ci rattrista.
Non siamo capaci di essere fedeli ai propositi? Siamo, e saremo, migliori se impareremo a ripartire dal luogo in cui siamo caduti. Se partiamo dalle nostre mancanze per ritrovare l'interezza, sospinti da un cuore che crede. È Dio che, con l'energia ricreatrice della sua misericordia, sostiene in noi la possibilità di essere. La conversione, la trasformazione interiore, la riqualificazione etica e spirituale, l'autenticità che desideriamo sono opere di Dio in noi. Egli ricuce, ricompone, rigenera e ripara. Da parte nostra è indispensabile la fiducia posta oggi, di nuovo, nelle sue mani, e sentire come lo Spirito dissemini in noi un gusto di vita rinata. Quel che Dio ci chiede è il dono di noi, reiterato una volta di più. Esso, anche fragile, anche balbettante, se posto nel cuore di Dio ha la capacità di intessere la bellezza che finora non abbiamo raggiunto.