«Oh rosa, sei malata,/ Il verme invisibile / Che vola la notte / Negli urli delle tempeste / Scoprì il tuo giaciglio / Di gioia scarlatta / E il suo amore segreto, buio / Distrugge la tua vita». In questa breve lirica del poeta inglese William Blake incontriamo una realtà doppiamente terribile perché quotidiana e pure quasi sempre, da ognuno di noi, inavvertita. Ogni rosa, nella sua gioia scarlatta, nella felicità piena e semplice del suo essere sbocciata e fiorita, può essere corrosa, segretamente, nel buio, da un verme invisibile. Noi riconosciamo subito il male in azione manifesta: un uomo che uccide, picchia, aggredisce. Ma nella vita esistono vermi che nel buio rodono segretamente la bellezza della rosa, fino a farne ammalare, avvelenandoli, i petali: il falso amore, volontà di possesso, il rancore, l'invidia, il disamore e l'astio che tra le mura domestiche o nel luogo di lavoro smangiano a poco a poco, sfibrandola, una vita nata semplice, innocente e bella come una rosa. Facile restare sgomenti di fronte al folle che entra in una chiesa o una scuola e compie una strage con un'arma da fuoco. Molto più difficile individuare il verme che muove molte persone, inducendole segretamente, nell'oscurità, a fare del male, a ferire e corrompere la rosa, a fare sfiorire la vita nata per fiorire a vita.