«L
a maggior parte della gente vive avendo come fine l'amore e l'ammirazione; ma è per mezzo
dell'amore e dell'ammirazione che dovremmo vivere!» Oscar Wilde è un grande scrittore, celebre per l'umorismo e gli irresistibili aforismi. Non stupisce quindi che le sue frasi spesso divengano immediatamente massime, di spiazzante profondità. Il vero comico, quello di Molière, per intenderci, è necessariamente tragico. In questo caso addirittura pare generosa la premessa: non so davvero se coloro che vivono avendo come fine amore e ammirazione siano la maggioranza. Ma fa parte del paradosso darlo per scontato: e ammesso che ogni uomo vivesse animato da tale aspirazione, ciò non sarebbe sufficiente. L'amore e l'ammirazione (cioè la lode al mondo e in genere all'altro) non dovrebbero essere i nostri fini, ma il nostro motore.Dovremmo vivere nutriti da amore e ammirazione: sono insiti nel nostro DNA, ma a livello potenziale, come l'odio e l'invidia. In effetti sentirsi nutriti, animati, mossi dall'amore, anziché limitarsi a perseguirlo, è una conquista, un'iniziazione alla vita che ci consente di affrontarla lietamente e coraggiosamente. Il tanto citato bene al prossimo che si rivela bene a se stessi. Che si svela, in questa massima, non un sacrificio ma un atto salutare.