L'allarme lanciato nei giorni scorsi circa una forte mancanza di cibo – una carestia secondo i più catastrofisti – riguarderebbe anche l'Italia. Intanto, il clima certamente non favorevole di queste ultime settimane, avrebbe già provocato danni per più di un miliardo di euro. Tutto mentre, stando ad altri calcoli effettuati, il costo di un litro di benzina pare abbia oltrepassato quello di un litro di latte.Si tratta di alcuni degli esempi che spiegano bene quanto l'agricoltura oggi sia da una parte al centro delle speculazioni internazionali e, dall'altra, ancora fortemente condizionata dagli elementi base della produzione: prima di tutto dalle condizioni climatiche.L'allarme sul rischio-cibo anche nel nostro Paese è stato lanciato qualche giorno fa dalla Coldiretti sulla base dell'andamento dei mercati mondiali. Basta pensare, hanno fatto notare i coltivatori che l'Italia importa l'80% della soia di cui ha bisogno, quasi la metà del grano che consuma e anche circa il 20% del mais necessario: proprio le materie prime agricole oggetto dei forti rincari per effetto del crollo della produzione mondiale.A determinare la situazione, che sta mettendo in crisi la gran parte delle agricolture mondiali, non sono stati altro che la siccità e l'ondata di gran caldo da una parte e le alluvioni dall'altra, cioè quel particolare «fattore della produzione agricola» che si chiama clima. Un elemento che nell'era dei computer e dell'impazzare della finanza e della tecnologia è – di fatto – assolutamente non controllabile dall'uomo oltre una certa soglia (molto bassa).L'agricoltura ipertecnologizzata, vive poi ancora molte contraddizioni. Come quella del rapporto fra i prezzi. Per capire, basta pensare che con gli ultimi aumenti,il prezzo di un litro di benzina ha sfiorato i due euro e ha superato del 50% quello di un litro di latte fresco; oppure, se si vuole, che per una automobile di media cilindrata con un serbatoio di cinquanta litri, il pieno sfiora i cento euro e condiziona la capacità di spesa della maggior parte delle famiglie italiane.Intanto però, sempre i coltivatori hanno registrato un vero «successo estivo» per gli acquisti di vino direttamente in cantina che hanno raggiunto il valore di 1,2 miliardi di euro nell'ultimo anno. Ed è tra il successo del vino in cantina e il rischio fame che si racchiude paradossalmente tutta la realtà multiforme dell'agricoltura, non solo italiana.