CI VUOLE UN GRAN CORAGGIO
True Love, vero amore, gli do questo titolo. Ricordo bene quello sguardo, la madre di tutti gli sguardi. Ho una foto, da qualche parte, io e il mio bambino di poche settimane ancora confusi l'uno nell'altra.
«È come mi guarda il mio cane» commenta qualcuna. Conosco bene anche questo sguardo. Il pet che cerca i tuoi occhi per stabilire un contatto empatico. Per capire che intenzioni hai, se è il momento del giretto o del pisolino. Fantastico meccanismo di contatto interspecifico. Però, obietto, no, non è la stessa cosa. Segue dibattito alquanto agitato. È uguale! No, non lo è!
Finché una sbotta: «Beh, allora lo dico io. Non me ne vogliano le donne che non hanno avuto figli, ma lo sguardo che lega il bambino alla mamma che lo allatta o che gli parla è qualcosa di unico in natura. Ecco l'ho detto. Sparatemi pure. Odio il politicamente corretto ad ogni costo».
A quanto pare oggi serve un gran coraggio per dire ciò che è stato sempre dicibile. Per esempio, che la creatura che partorisci è diversa da un cane o da un gatto, sia pure amatissimi. A questo punto siamo.