Ci salveranno la visione cattolica, le reti e le diversità
In quest'ultimo caso per Galli della Loggia, che nei suoi editoriali sul Corriere della sera più volte ha denunciato l'irrilevanza politica dei cattolici, si tratta di una relazione ambivalente. Se il sostrato religioso emerge soprattutto in occasione delle grandi tragedie, come nel caso dei recenti terremoti che hanno colpito l'Italia centrale; se la fede cristiana ha rappresentato per tanti secoli «l'unico tratto effettivamente comune all'intera umanità italiana e quindi l'unico aspetto unificante della penisola», va allo stesso modo riconosciuta l'esistenza di «un rapporto sempre complesso, problematico e non di rado conflittuale che l'Italia, e soprattutto le sue classi colte e politiche, hanno intrattenuto storicamente con la Chiesa». Per Galli della Loggia il prezzo dell'unità religiosa della penisola è stata un'ipoteca pesante su una sua eventuale unità politica, raggiunta in grave ritardo rispetto alle altre grandi nazioni europee. Ma in Italia si è verificato anche un altro fenomeno: il costituirsi di una cultura laica che ha finito «per concepirsi come una sorta di antichiesa», con i suoi intellettuali contrapposti ai chierici.
Parole apprezzabili e sincere dello storico, il quale rimarca poi come «da Petrarca a Machiavelli, da Alfieri a Gobetti, da Manzoni a Pasolini si dispiega per secoli sulle orme di Dante l'egemonia degli intellettuali letterati sul discorso storico-politico italiano», che si esprime soprattutto con toni moraleggianti. Un lamento per la condizione politica del Paese che vede soprattutto nell'assenza dello Stato e nel dilagare dei particolarismi i suoi deficit più gravi. Fattori ideologici hanno anche pesato sulla scarsa cultura pubblica che siamo stati in grado di esprimere attraverso le nostre classi colte ma anche nei ceti popolari: «Molta politica, poco Stato» sintetizza efficacemente Galli della Loggia, che rammenta dal punto di vista storico un'altra grande assenza, quella della cultura. Alla metà dell'800 il 70-80 per cento della popolazione non sapeva né leggere né scrivere e questo è un retaggio che ancora ci perseguita nonostante la scolarizzazione di massa del '900.
Il distacco fra politica e cultura, fra intellettuali e popolo ha finito per premiare oligarchie e corporazioni. Come salvarci allora? Oltre all'anima cattolica del nostro popolo ricordata all'inizio, Galli della Loggia esalta «la straordinaria struttura di rete così tipica dell'identità italiana», la «molteplice diversità» che costituisce la sua forza e la sua bellezza e che spesso riesce a vincere i campanilismi e a divenire amalgama.