L'uso incredibile che facciamo dei nostri telefonini per fotografare e filmare in continuazione porta il più delle volte a riempire gli smartphone di immagini insignificanti. Solo in rare occasioni succede di documentare fatti rilevanti. Nonostante questo c'è chi pensa che gli occhi indiscreti della tecnologia che registrano tutto possano registrare anche l'impossibile, ovvero i fenomeni paranormali. Alcuni ne sono convinti al punto da costruirci in tv Il boss del paranormal, in onda il martedì in prima serata su DMax (canale 52). Anche se, diciamolo subito, si tratta di un programma che non sta in piedi. Quello che viene proposto, dai fantasmi agli ufo, in gran parte di importazione americana, è improponibile, anche per la scarsa qualità delle immagini amatoriali. Per cui a dare l'idea del paranormale è soprattutto il racconto degli autori di questi filmati che, al di là di un doppiaggio quasi buffo, creano quel minimo di tensione necessaria. Dopo di che a sorreggere la baracca ci pensa il conduttore, Daniele Bossari, che in cravattino di pelle, giubbotto e jeans si trova particolarmente a suo agio in mezzo all'ignoto o presunto tale. Ma quello che più conta è l'ironia con la quale punteggia i suoi interventi di raccordo tra le storie. Ad esempio nel suggerire «le regole necessarie per sopravvivere nei posti più terrificanti del mondo, secondi solo ai villaggi vacanza con animazione», invita a tenere «la batteria dello smartphone carica come la nostra autostima, sempre al cento per cento» in modo «da essere belli pronti a filmare un fenomeno paranormale, ma anche a scappare in caso di paura». Bossari smaschera pure le bufale del caso. Nella puntata di martedì scorso, ad esempio, dopo un servizio da un ospedale di Rosario in Argentina dove «gli spiriti di chi non ce l'ha fatta a uscire vivo dal ricovero sarebbero ancora molto presenti tanto da spostare in qua e in là le barelle», il conduttore ha rivelato alla fine che si trattava di uno scherzo realizzato da alcuni dipendenti con delle lenze da pesca.