Ci lascia un'insegnante e blogger Onoriamo la sua ricerca di Dio
Questa catena è stata anche digitale perché Vittoria Patti, apprendo dal blog-crocevia di don Mauro Leonardi ( tinyurl.com/gnfdoo4 ), aveva una vita da blogger, anche se, negli ultimi anni, piuttosto rallentata, forse spostata sui social network. E dei suoi quattro blog uno era di argomento religioso: con il titolo indiano di «Pokankuni», un suo nickname ( tinyurl.com/j2d2fbp ), e il sottotitolo che recita «Cosa c'entra la fede con la vita?». Leggervi oggi, nel momento della prova più estrema, «l'idea è che la fede c'entra eccome. Altrimenti a che serve? Che me ne faccio?», non lascia indifferenti. L'ultimo post, che risale a prima di Natale, si interroga sulla contraddizione tra l'esigenza di comunicare la fede vissuta in prima persona, a motivo della preferenza che il nostro tempo dà ai testimoni rispetto ai maestri, e il rischio di autoincensarsi: «A differenza della neutra ricerca di un parcheggio o di una caffettiera, che posso raccontare serenamente, la ricerca di Dio è cosa talmente buona che è impossibile parlarne in pubblico senza dare l'impressione a se stessi e agli altri di un compiacimento».
Non è facile descrivere quanto stridono gran parte delle cronache della malattia e della morte, tutte concentrate a dire non di lei ma dell'infezione che le è stata fatale, con i riflessi della sua vita e del suo sentire che la Rete lascia intendere. Dove, a maggior ragione ora che la sua «talmente buona» ricerca di Dio si è conclusa tra le braccia del Padre, non si vede un compiacimento, ma una limpida testimonianza.