Il cartello dice solo questo, ma spiega tutto, perché non bisognerebbe aggiungere neanche una virgola a ciò che può essere detto in poche parole. «Chiuso per tramonto». Fermarsi un quarto d'ora per non perdersi un attimo, oggi è un gesto di resistenza poetica. Per Paolo Baron, libraio ad Acciaroli, nel Cilento, in provincia di Salerno, è una questione di principio. E di ossigeno. Così ogni sera, quando il sole avvisa che sta per andare a dormire, lui chiude la libreria, piazza quel cartello sulla porta d'ingresso e va sul lungomare. Si siede di fronte al tramonto con la sua macchina fotografica, osserva e scatta. E si emoziona. E pazienza se i clienti trovano il negozio chiuso. Il primo a stupirsi che il suo gesto sia finito sui giornali è proprio lui: «Non faccio nulla di straordinario, voglio solo godermi qualche minuto di assoluta libertà…», ha spiegato. Non è proprio così: fermarsi a pensare, riempirsi gli occhi, concedersi uno spazio solo per sé e per fare qualcosa della quale sentiamo un estremo bisogno, in realtà è un privilegio tutt'altro che ordinario. Pochi secondi ogni giorno almeno, un'iniezione intramuscolare: dovremmo imporcela come un salvavita. Che sia un tramonto, un disco, o un ghiacciolo al limone, importa poco. Quel che conta è che ci sia. Così tutto ritorna, se non meraviglioso, almeno sopportabile.