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Chiusa la «scorciatoia» della 322

Vittorio Spinelli martedì 28 settembre 2010
Ai tecnici della previdenza è nota anche come «ricongiunzione in uscita». Per i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego è semplicemente «la 322», la vecchia legge del 1958 che ha salvato la pensione a migliaia di dipendenti che avevano lasciato il servizio senza raggiungere il diritto all'assegno. La pensione dell'Inpdap, impossibile per l'insufficienza di contributi o per l'età dell'interessato lontana dal requisito di legge, è stata invece liquidata dall'Inps, grazie alla «322» che ha consegnato a questo Istituto tutto il pacchetto dei contributi Inpdap. Alle lavoratrici dipendenti dello Stato e dei diversi enti locali la 322 è apparsa l'ancora di salvezza di fronte al drastico aumento dell'età pensionabile, da 61 a 65 anni a partire dal 2012. E quindi, per non incappare nella trappola della maggiore età, ecco la scorciatoia: le dimissioni dal servizio senza diritto alla pensione, la 322 che trasferisce gratuitamente i contributi all'Inps, l'Inps che paga la pensione di vecchiaia ancora ai 60 anni di età.
Una scorciatoia legittima, sfuggita per ben due anni all'attenzione dei tecnici ministeriali, fino a quando anche nell'Inps si è iniziato a registrare un aumento delle pensioni che aggiravano lo scoglio dell'età. La recente manovra finanziaria ha quindi chiuso definitivamente la «322», con buona pace non solo delle numerose lavoratrici del pubblico impiego ma anche dei dipendenti uomini, incolpevoli beneficiari della stessa legge.
Chiusa la 322, l'unica alternativa per trasferire contributi dall'Inpdap all'Inps è rimasta la ricongiunzione prevista dalla legge 29/79. Ma anche qui la manovra finanziaria ha lasciato il segno: da luglio 2010 in poi tutti i trasferimenti gratuiti di contributi diventano a pagamento. E quindi le donne statali che vogliono lasciare l'Inpdap per la pensione Inps già a 60 anni devono valutare attentamente la convenienza di questa operazione.
Contributi all'Inpdap. Essendo mutate le regole sui trasferimenti, non è da scartare una eventuale ipotesi inversa: trasferire contributi dall'Inps all'Inpdap (legge 29/79, art. 2). Ed entra subito in campo l'Inpdap, con la nota 12341 del 10 settembre scorso. I nuovi trasferimenti di contributi all'Inpdap presentati da «dipendenti di sesso femminile» " comunica l'Istituto " devono essere calcolati utilizzando le stesse tariffe previste per gli uomini dalla legge 1338/62. Questo criterio a conferma di quanto già stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza 764 del 1988.
Parlamento Ue. Le lavoratrici e i lavoratori del settore pubblico eletti al Parlamento europeo possono chiedere che il periodo di aspettativa, impiegato per svolgere il mandato elettorale, sia coperto con contributi figurativi utili per la pensione. Il diritto alla copertura pensionistica deve essere esercitato entro il prossimo 30 settembre, a pena di decadenza. L'operazione si intende rinnovata ogni anno automaticamente, salvo modifiche dell'interessato.