Le discussioni e i commenti sulla strage a “Charlie Hebdo” e su quel che ne è seguito non accennano a diminuire, né sui media mainstream, né nelle piccole e grandi nicchie digitali dell'informazione ecclesiale (a proposito, stingiamoci un po': dopo aver fatto a lungo il riscaldamento in Rete e altrove, da ieri “La Croce” è in campo, ovvero in edicola).Quasi non c'è spazio per nient'altro… E invece ecco che dal nodo bolognese del sito di “Repubblica” ( http://tinyurl.com/opsk6al), con una sua piccola viralità di 7.000 visualizzazioni e 1.000 condivisioni, salta fuori un inatteso quadretto tra Chiesa, politica e società civile. L'occasione è uno degli appuntamenti che hanno segnato, sabato 10, la giornata di Matteo Renzi nel capoluogo emiliano: si inaugura il nuovo stabilimento di uno dei più importanti gruppi industriali del territorio, e il vescovo ausiliare emerito Ernesto Vecchi è stato invitato a dare la benedizione.Chi nella mia città ha assistito almeno a una Cresima celebrata da monsignor Vecchi sa del suo stile diretto (salvo i momenti propriamente liturgici), reso ancor più informale dall'accento del luogo. Nel video, il presidente del Consiglio pare invece preso in contropiede, e quando l'oggetto dell'intenzione di preghiera del vescovo è Napolitano gli scappa qualcosa di più di un sorriso. Forse pensa che non valga la pena scomodare il Signore perché il capo dello Stato «possa adempiere il suo compito di custode dei diritti e delle libertà comuni fino alla fine del suo mandato», visto che si tratta ormai di pochi giorni…Subito dopo, però, Renzi si ricompone, anzi, si compiace: monsignor Vecchi chiede infatti di pregare proprio per lui, ricordandone l'imminente compleanno. Il premier esibisce infine la sua consueta sicurezza quando il vescovo introduce il Padre nostro auspicando, proprio come farebbe con i bambini della Messa delle dieci, che tutti i presenti se ne ricordino le parole. Renzi, ci mancherebbe, lo sa benissimo...