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Chi resta e chi esce dal limbo della riforma Fornero

Vittorio Spinelli martedì 27 maggio 2014
Ormai fuori dalla tornata delle elezioni europee, ministeri e Parlamento dovrebbero dedicarsi nei prossimi giorni ai nodi ancora irrisolti originati dalla riforma Fornero. In cima alla lista dei lavori spicca la vicenda di "quota 96", una svista della riforma che ha impedito il regolare pensionamento dal 1° settembre 2012 agli insegnanti che erano già in grado di lasciare il servizio avendo maturato i requisiti ante riforma alla data del 31 agosto 2012 (chiusura dell'anno scolastico 2011 – 2012). Sulla questione sono stati ormai approfonditi tutti gli aspetti tecnici e la soluzione positiva, per circa 4 mila docenti, non dovrebbe essere lontana. Tanto da allineare il desiderato pensionamento alla data del prossimo 1° settembre. Il riconoscimento, ora per allora, del diritto alla pensione con le vecchie regole, non esenta i docenti interessati dal nuovo regime che prevede per tutti gli assicurati il calcolo contributivo a partire dal 1° gennaio 2012 in avanti.Prepensionamenti. Sono state invece risolte le incertezze sulla pensione anticipata ai pubblici dipendenti dichiarati in eccedenza (rispetto alla qualifica) oppure in soprannumero (rispetto all'organico complessivo). Le rispettive regole, approfondite dall'Inps con la circ. 63/2014, prevedono il prepensionamento con la certificazione del diritto alla pensione fino al 31 dicembre 2016. Entro questa data sono validi i requisiti minimi di contributi e di età anteriori alla riforma, ma sempre con l'aggiunta dei mesi relativi alla speranza di vita.Il provvedimento è applicabile anche alle aziende e alle amministrazioni – originariamente enti pubblici – che al tempo della privatizzazione hanno optato per restare nella previdenza del pubblico impiego, rimettendo tuttavia ai singoli dipendenti la scelta personale di adesione alle Casse pensioni dell'Inpdap oppure all'Inps. In campo ecclesiastico, in questa situazione si trovano i dipendenti delle istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza (Ipab), e il personale di grandi enti del settore della sanità e dell'istruzione (l'ospedale S. Raffaele, l'Università cattolica e l'Istituto Toniolo a Milano, la Lumsa a Roma ecc.). Cessato il rapporto di lavoro, l'assegno mensile sarà liquidato in base alle regole che saranno in vigore al momento della sua effettiva decorrenza. L'Inps prevede quindi eventuali aggiornamenti relativi alle attuali regole della riforma ma anche aumenti sui mesi della speranza di vita. Sulla pensione anticipata non spettano gli aggiornamenti al costo della vita, gli assegni familiari e sono escluse trattenute per cessioni del quinto, mutui ecc.; riscatti e ricongiunzioni devono risultare già saldati.