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Charles de Foucauld. L'autentica fratellanza ha un cuore universale

Matteo Liut mercoledì 1 dicembre 2021
Essere fratelli significa condividere le radici, il cammino, il destino; significa riconoscersi figli di uno stesso padre e sentirsi amati dello stesso amore. Si tratta di un'esperienza che non ha colore, razza, confine: lo testimonia l'eredità del beato Charles de Foucauld, che si presentava proprio come "fratello universale" a quanti incontrava nel Sahara tra Algeria e Marocco. La scelta della fraternità per de Foucauld fu l'ultima tappa di un cammino esistenziale complesso. Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, in gioventù aveva vissuto un'esistenza senza un credo, gettandosi poi in una fallimentare carriera militare. Congedato con disonore, si diede alle esplorazioni geografiche in Marocco. Al rientro in patria si convertì al cristianesimo nel 1886, entrando poi tra i monaci trappisti, ma dopo alcuni anni lasciò la comunità e si recò in Terra Santa. Ordinato prete nel 1901 decise di stabilirsi in Africa, nel deserto, da apostolo tra i Tuareg, accogliendo chiunque passasse da lì. Morì nel 1916.
Altri santi. San Castriziano di Milano, vescovo (III sec.); beato Antonio Bonfadini da Ferrara, sacerdote (1400-1482).
Letture. Romano. Is 25,6-10; Salmo 22; Mt 15,29-37.
Ambrosiano. Ez 12,1-7; Sal 102 (103); Sof 1,1.14-18; Mt 15,10-20.
Bizantino. 2Tm 4,9-22; Lc 20,1-8.