In dono a Celeste l'affetto stabile di due genitori
Celeste è una bimba di quasi 10 anni, sorella di un ragazzino adolescente, Marco; entrambi da qualche tempo sono accolti nella stessa comunità. Dopo un affido fallito, di cui però conserva ricordi sereni, Celeste deve fare ora i conti con la sua storia di abusi.
Sia lei che il fratello erano arrivati in comunità senza saper usare le posate o lavarsi. Due ragazzini cresciuti allo “stato brado”, come riferiscono gli assistenti sociali. Attualmente incontrano mamma e nonna una volta al mese (non insieme e a una settimana di distanza), due donne molto fragili e molto “mescolate” nella mente dei bambini che parlandone addirittura le confondono.
Celeste è collaborativa finché non attraversa momenti di crisi che la portano a esplodere, a impuntarsi anche per motivi futili. Le situazioni per cui si agita sono spesso imprevedibili e se è arrabbiata nomina all’improvviso episodi avvenuti con la mamma.
Le maestre che la seguono in terza elementare - ha perso un anno - parlano di una bambina che si impegna, che si lascia condurre e non disturba in classe.
Anche in comunità Celeste si fa coinvolgere dalle situazioni, è tenera con le amiche anche se poi le relazioni non vanno mai oltre un certo livello, sia per le sue paure, sia per le sue capacità verbali e di relazione limitate. Pur con una certa goffaggine, la bambina si lancia nel ballo e si è iscritta a danza, mettendosi quindi in gioco; fa ancora fatica a esprimersi verbalmente e a elaborare i propri vissuti.
Ogni tanto chiede se per lei ci sarà un’altra famiglia affidataria, ma non ha in mente – secondo le educatrici -, né manifesta, il desiderio di tornare dalla mamma, mentre si capisce che soffre nel non avere un riferimento affettivo stabile, tutto per sé. Il disagio si acuisce ogni volta che vede un compagno della comunità andare in affido. Per lei si cerca una famiglia, una coppia ben strutturata, ma anche una single, disposta ad accoglierla a lungo termine.
Info: Progetto affido, Fondazione L’Albero della Vita, email: affido@alberodellavita.org
Benham torna a vivere nell’Iraq devastato
A Qaraqosh, nel nord dell’Iraq, è tornata la vita dopo l’occupazione dell’Isis che ha devastato la città tra il 2014 e il 2017. Circa ventimila persone hanno scelto la via del ritorno e, grazie a risparmi e aiuti, stanno provando a ricostruire la loro comunità. Tra loro c’è Behnam, 5 anni, che con la sua famiglia è tornato nella città natale.
La loro casa era distrutta, ma in pochi mesi sono riusciti a sistemarla. Benham, però, porta sulla sua pelle i traumi del conflitto: ha difficoltà di apprendimento, parla lentamente e con fatica, porta ancora il pannolino. Inoltre, soffre di attacchi di epilessia e non può mai essere lasciato solo. Non può uscire a giocare con gli altri bambini e, per questo, ha pochissimi amici. Passa gran parte del suo tempo in casa. A Erbil era seguito da un medico competente, ma adesso a Qaraqosh i genitori non hanno abbastanza soldi per le visite e per acquistare le medicine di cui avrebbe bisogno.
Lo scorso anno, a Qaraqosh, Avsi ha ricostruito un asilo per 450 bambini, il più grande in città. L’asilo rappresenta il simbolo della rinascita, ma per Benham può essere una vera svolta.
Grazie al sostegno a distanza inserito in questo progetto mirato, è possibile assicurare al bambino un anno di scuola dell’infanzia, permettergli di crescere in un ambiente sano e protetto, insieme con i suoi coetanei, ed essere seguito con cure adeguate per la sua malattia. Con 312 euro all’anno si può aiutare Behnam a ricostruirsi un futuro dopo la guerra.
Info: Fondazione Avsi, tel. 0547.360811; email: sostegno.distanza@avsi.org; www.avsi.org