La cena di santa Lucia di Padova è stata rinviata. Doveva essere la ventesima edizione di un modello di solidarietà che fino a oggi aveva coinvolto 15mila persone per una raccolta di 2 milioni di euro destinati ai bisogni del mondo intercettati dall'Avsi. Ma il precipitare della situazione (da lunedì anche il Veneto sarà in zona gialla) ha suggerito agli organizzatori di rinviare l'evento al 21 marzo. Ma intanto marzo 2022 cade ancora in stato di emergenza e non si riesce a rispondere alla domanda che domenica sera si sono fatti a Cogne, nel suggestivo Hotel Bellevue, i membri dell'Accademia della Cucina: «Come sarà l'anno che verrà?». Impossibile fare previsioni e proprio in questi giorni piovono le disdette per partecipare a cene sociali e anche a brevi vacanze, benché a Cogne sia difficile trovare una camera libera fin dopo i primi dell'anno, mentre il week end dell'Immacolata vedeva gente che mangiava tranquillamente nelle osterie o acquistava le fontine d'alpeggio premiate con il Modon d'Or (concorso annuale che seleziona 3 super fontine e 7 con la medaglia d'oro). Psicologicamente tutti cercano questa normalità, ma la realtà impone prudenza. E se nei ristoranti le disdette delle cene di fine anno arrivano anche a causa del Green Pass, che non tutti i dipendenti di un'azienda sono in grado di esibire, c'è anche chi chiude un occhio e apre le porte lo stesso, facendo concorrenza sleale e mettendo in pericolo la salute di tutti. Certo si fanno controlli a campione da parte delle autorità competenti, spesso applicando uno schema a sorteggio e non seguendo la pista dei casi sospetti di furbizia vigliacca. Le cronache locali del Trevigiano parlano oggi di un oste morto per Covid: voleva essere libero di scegliere e quindi di non vaccinarsi. Ma c'è pure chi rifiuta di farsi il tampone (tanto a lui non toccherà mai…) e pazienza se al pranzo in famiglia può nascere un focolaio. Ora, si può anche comprendere il rispetto del pensiero altrui, quello che invece non può esistere è l'irresponsabilità verso l'altro che ha pure stima di te: familiare o cliente del ristorante messo alla prova di una roulette russa senza senso. Ma se chi non vuol fare il tampone per la cena coi familiari scegliesse di isolarsi e se il ristoratore no-vax chiudesse il locale o cambiasse mestiere, non sarebbe coerente? Invece di imporre la propria testardaggine: «Perché io so io e voi non siete nulla». Che è solo la scena di un film con Alberto Sordi, ma non deve, non può rappresentare la realtà.