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Celebriamo i libri. Ma poi li leggiamo anche?

Alfonso Berardinelli venerdì 17 maggio 2024
Senza libri non c’è cultura. Una cultura è anche altro: opinioni, ideologie, ideali e valori, fedi e speranze, lavoro e produzioni di beni. Ma senza l’aiuto dei libri e la capacità di leggerli che cosa sarebbero gli altri aspetti della cultura? Un presente che non conosca il proprio passato, quale futuro potrebbe mai immaginare e progettare? Il passato è un patrimonio di esperienze e di saperi. È anche però un deposito di errori da non ripetere. Oggi, soprattutto con gli anni Duemila, i libri ci sono e vengono festeggiati, ma è l’atto di leggerli, è la qualità della lettura che corre rischi sempre maggiori dovuti all’industria dei prodotti tecnologici. Una invadentissima cultura digitale intrattiene, distrae, ruba tempo, eccita fatue o maniacali curiosità e riduce il pensare e il sapere a un’informazione polverizzata. Per quello che ne so, anche scuola e università si sono culturalmente impoverite. Gli adolescenti digitalizzati considerano il leggere l’ultima cosa da fare. Gli studenti universitari si preparano agli esami leggendo soprattutto fotocopie. Non vengono letti e studiati libri fondamentali e formativi che potrebbero mettere in contatto le nuove generazioni con la storia della cultura. Non parlo solo di mediocri o ottimi manuali di studio. Penso ad alcuni classici di storia e critica della cultura, scritti da grandi studiosi e brillanti divulgatori di altissimo livello. Solo qualche esempio. Il libro di Arnold Toynbee Il racconto dell’Uomo. L’incontro del genere umano con la Madre Terra. Erich Auerbach, Mimesis. La realtà rappresentata da Omero a Virginia Woolf. Arnold Hauser, Storia sociale dell’arte e della letteratura. Ernst Gombrich, La storia dell’arte. Lewis Mumford, Il mito della macchina. E Guido Calogero, Filosofia del dialogo... Sono libri da leggere da cima a fondo, da non perdere di vista e a cui tornare ogni volta che si sente il bisogno di chiarirsi le idee a proposito di quell’umanesimo che abbiamo bisogno di rifondare, oggi che conflitti planetari e Megamacchina “intelligente” minaccia di divorare sia le coscienze individuali che l’intera vita sociale. © riproduzione riservata