Ieri (“La Stampa”, p. 34) una lettera definisce «alquanto sconcertante... l'ipotesi di applicare l'Imu alle scuole paritarie. Perché in tutta Europa le scuole pubbliche non statali, di estrazione religiosa o laica, non sono tassate e godono di un finanziamento pubblico tale da poter praticare davvero rette simboliche, ad integrazione del contributo statale. In Francia, Germania e Spagna lo Stato paga lo stipendio ai docenti paritari», e invece «in Italia il finanziamento pubblico della scuola paritaria è irrisorio, nonostante faccia risparmiare allo Stato circa 6 miliardi di euro all'anno…». La lettera conclude: «Considerando le ricorrenti e deliberate cortine fumogene sollevata da alcuni media su questo tema mi auguro possa pubblicare le mie considerazioni». Il direttore replica indignato? No, pubblica! Domanda: un doppio falso? E se c'è, chi è il falsario? Il lettore che scrive insieme col direttore che pubblica, o quegli «alcuni media» che a partire da “Repubblica” dicono sempre il contrario? Stando ai fatti, di sicuro la seconda. Una sola spiegazione: la voluta invadente mistificazione di fatti e numeri che va avanti dai tempi della Costituente ed è lampante dal 2000, con l'approvazione della legge tuttora vigente che dichiara le scuole paritarie parte del sistema dell'istruzione pubblica… Dunque bugiardi e fissati, in malafede voluta. E su “Repubblica” ieri un altro esempio di fissazione ridicola a senso unico. A p. 37 in bella vista pubblicità per “Repubblica.it”, con annuncio stentoreo: «Scout: Nel nuovo giuramento la parola Dio dovrebbe sparire». «Dovrebbe»? Sì! Anche «la parola». Entusiasmo e sogno in redazione. Sveglia!