Catena solidale di trapianti
Il meccanismo si chiama «crossover» (modalità incrociata) ed è stato studiato per permettere i trapianti nel caso in cui la donazione diretta tra persone legate affettivamente non sia possibile per ragioni di incompatibilità immunologica. I dati relativi alle coppie con questo problema vengono incrociati a livello nazionale, cosa che rende possibile dei veri e propri 'scambì nel segno dell'altruismo più genuino. La signora barese ha offerto il proprio rene in segno di riconoscenza perché il marito, a sua volta, ne aveva ottenuto uno. «In questo momento di emergenza sanitaria – commenta Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti – la rete dimostra, ancora una volta, di essere unita dal Nord al Sud del Paese, al servizio di tanti pazienti».
La catena, che ha coinvolto tre coppie seguite in diverse regioni italiane, è stata attivata a novembre, quando il Piemonte ha donato un rene di una donna deceduta.