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Caso Indi: come accapigliarsi attorno all’indicibile dolore

Umberto Folena sabato 11 novembre 2023
Poche cose sono più stranianti e strazianti che dividersi sul dolore, e sul dolore di una bambina di otto mesi. Ma è quello che sta accadendo, e i quotidiani ne sono il riflesso. Vedi il diverso significato attribuito all’aggettivo “disumano”. “Corriere” (9/11): «Stop ai supporti vitali a Indi. La famiglia ricorre: disumano». “Repubblica” (9/11), intervista di Maria Novella De Luca a Lorenzo D’Avack, ex presidente del Comitato di bioetica, titolo: «È una scelta disumana tenere in vita la bimba con le macchine». Diverso il parere (“Libero”, 9/11) di Massimo Agosti, vicepresidente della Società di neonatologia, titolo: «Questa è eutanasia senza consenso». Un merito del “Giornale” (10/11) è di ospitare, l’uno accanto all’altro, due pareri dall’accento opposto, specialmente sul ruolo dei giudici: giusta tutela o indebita intromissione? Matilde Leonardi, neurologa: «La scelta di portare Indi al Bambino Gesù è per permetterle di morire senza sofferenza quando dovrà morire, non quando i giudici decidono che devono farla morire». Mario Riccio, anestesista (caso Welby): «Io credo che sia giusto che i minori non siano sotto la completa responsabilità dei genitori, soprattutto quando questi non stanno facendo l’interesse del bambino». Ci si divide anche sulle reali condizioni di Indi. Praticamente nata morta per Andrea Casadio (“Domani”, 10/11): «Senza lo sforzo dei medici, senza le molteplici operazioni e il costante ausilio delle macchine, Indi sarebbe morta poche ore dopo la nascita. La povera neonata ora vive una vita artificiale, che è crudele e inumano definire “vita”». Leonardi dichiara: «Tutti parlano ma nessuno ha letto la sua cartella clinica». Ma Casadio sembra averla sotto gli occhi. E per lui i genitori di Indi sono stati «illusi inutilmente» in un’operazione «tra le più turpi e crudeli». Controbatte la “Verità” mettendo nel mirino la sinistra, con un audace collegamento tra caso Indi e Covid: «I progressisti che vogliono lasciar morire una piccina di 8 mesi sono gli stessi che abusarono della medicina per tapparci in casa». Forse ha ragione Agosti quando suggerisce: «Quello che è mancato è la l’alleanza terapeutica». E anche Leonardi: «Penso che sia venuto totalmente a mancare il rapporto medico-famiglia». Accuse, battibecco, rissa. Alla fine, solo il dolore. © riproduzione riservata