Ad una settimana dalla conclusione su Rai1 della fiction Per Elisa, il caso di Elisa Claps torna in tv con la docuserie Dove nessuno guarda, in onda lunedì e ieri sera su SkyTg24, Sky Crime e Sky Documentaries. Il titolo si riferisce alla chiesa della Santissima Trinità a Potenza dove, in un sottotetto, il corpo di Elisa è stato ritrovato soltanto nel 2010, diciassette anni dopo la sua scomparsa avvenuta il 12 settembre 1993 in seguito a un appuntamento davanti alla stessa chiesa con Danilo Restivo, un problematico compagno di scuola. La docuserie prende le mosse dal 2002, da Bournemouth, in Inghilterra, quando viene ritrovato il corpo mutilato di una vicina di casa di Denny, come si fa chiamare Danilo Restivo che nel frattempo si è trasferito e si è sposato nel Regno Unito. L’assassino è lui. Solo allora si prende in seria considerazione che possa avere ucciso anche nove anni prima. Eppure, da subito, dal quel 12 settembre 1993, tutto depone contro di lui. Lo raccontano bene nella prima parte gli autori Riccardo Spagnoli e Pablo Trincia, sia pure con una certa enfasi narrativa, che rende la docuserie un qualcosa a metà strada tra la fredda inchiesta e il racconto televisivo. Ma è nella seconda parte che si punta il dito soprattutto sul fatto che mai si sia ispezionata la chiesa della Trinità, che il parroco di allora possa aver mentito sui suoi rapporti con la famiglia Restivo, che un successivo viceparroco sia caduto in molte contraddizioni e che la Curia di Potenza non abbia mai preso posizione. Solo nei titoli di coda si dà conto di una nota con cui la diocesi respinge l’addebito di un «comportamento omissivo od omertoso» non avendo avuto «alcun “ruolo” che possa indurre a formulare accuse o ad assumersi la responsabilità morale». Pertanto, tra ipotesi e repliche, entrambe legittime, resta il mistero su cosa sia realmente successo in quel sottotetto.
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