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Casalinghe, l'assegno che non c'è

Vittorio Spinelli martedì 17 gennaio 2012
Il continuo silenzio della previdenza sulla categoria delle casalinghe si interrompe, ogni anno, solo nel corso del mese di gennaio, per richiamare i 20 milioni di lavoratrici per la famiglia sulla necessità di assicurarsi all'Inail contro i rischi delle attività svolte nella propria casa. L'iscrizione, o il rinnovo, scade il 31 gennaio, pagando un contributo annuale di 12,91 euro, ed è gratuita per le meno abbienti.
In contemporanea con l'assicurazione infortuni, riacquista una momentanea visibilità anche il Fondo casalinghe dell'Inps («Fondo di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari»).
Entrambe le gestioni Inail ed Inps appaiono tuttavia sempre più inadeguate al sostegno di una categoria composta da vere manager per la cura e l'amministrazione della famiglia.
In particolare, il fondo dell'Inps, a carattere volontario, non è mai decollato per le sue scarse attrattive di pensione (manca, ad esempio, la rivalutazione annuale). Ma ancora prima perché la contribuzione dovuta dalla casalinga iscritta non è collegata ad un «reddito» per il suo lavoro domestico, ma deve attingere al bilancio familiare, sempre impegnato in maggiori e più urgenti bisogni dei suoi componenti.
A conti fatti, una casalinga, senza redditi, che a 65 anni potrebbe riscuotere la pensione di vecchiaia del Fondo (scarsissima), ha la convenienza di riscuotere alla stessa età l'assegno sociale, aumentato oggi a 429 euro, senza aver pagato contributi in precedenza.
Sporadici tentativi di rimettere in corsa il Fondo pensione non hanno mai dato l'esito sperato. Come l'avvio, dal primo ottobre dello scorso anno (legge 111/2011), del sistema dei «buoni» contributivi rilasciati dai supermercati e dai grandi centri commerciali, pari ad uno sconto, offerto dal gestore, sulla spesa effettuata. Al posto dei bollini della raccolta punti per gli omaggi, l'interessata potrà scegliere l'accredito automatico dello sconto sul suo conto pensione all'Inps-Fondo casalinghe. Facile a dirsi, ma il sistema, tutto da realizzare, richiede una complessa ed affidabile gestione dei suoi vari componenti, sul presupposto di una nuova cultura della pensione e della previdenza.
Non migliore fortuna ha avuto la previsione (sin dal primo gennaio 2001) di inserire, tra i destinatari delle forme pensionistiche complementari, anche le casalinghe, attraverso accordi promossi da organizzazioni sindacali o di categoria di rilievo almeno regionale. La scontistica per la pensione complementare presenta tuttavia gli stessi pregi e difetti della raccolta dei contributi dalla spesa commerciale destinata al Fondo casalinghe.
Anche il Trentino-Alto Adige, unico artefice di una pensione regionale con un fondo autonomo riservato alle casalinghe delle due Province autonome, ha dovuto poi limitare il proseguimento dell'assicurazione volontaria a quante si erano iscritte, pure in buon numero, entro il mese di luglio 2004.