Non so se c"entri il fisico, non so da dove derivi, certe volte, quella voglia che diventa quasi un"esigenza di consumare carne. Sta di fatto che il consumo di carne fa parte della nostra alimentazione. D"estate diventano rare le occasioni in tal senso, perché la carne è ritenuto un cibo "pesante" che offre calorie di troppo. Si cede molto spesso alle grigliate, che hanno il pregio di creare un"aria di festa, ma anche il difetto di venire cotte assai maldestramente da improvvisati chef e fuochisti. Il piatto che tuttavia riceve maggiori consensi ha due accezioni.Il primo è il cosiddetto carpaccio, ovvero fettine di carne tenerissime e sottilissime che vengono impropriamente impreziosite, nei bar di mezza Italia da limone e olio in eccesso, da rucola e peggio ancora da fettine di formaggio altrettanto sottili quanto insulse. Diciamo che piatti del genere sono un po" il prototipo di una cucina fusion di cui francamente non sentivamo la mancanza. Il secondo piatto che invece esalta la buona qualità di una carne, magari di razza bovina piemontese o di chianina è la tagliata. E questa ha il pregio di salvare la succulenza della carne e di non apparire "pesante". La tagliata va scottata e spesso può essere anche apprezzata se servita tiepida accanto ad una insalata fresca appena raccolta. Vediamo come la preparano al ristorante Mason (tel. 0572451363) di Pescia (Pistoia) dove ho assaggiato la migliore tagliata di chianina degli ultimi tempi. La bistecca viene appena scottata sulla griglia per poi essere disossata, tagliata a fettine e condita con rosmarino, pepe verde, olio d"oliva e salvia. Si adagia su un letto di patate tagliate a julienne e si mette nel forno caldo con una spruzzata di cognac. Quando è ancora un po" rossa si toglie dal forno ed è pronta per la delizia del palato. La carne utilizzata è la classica bistecca fiorentina con l"osso di circa 800 grammi.Su tutto si abbini un Chianti, vino universalmente accreditato per accompagnare le nostre buone carni italiani.