Appena conclusa con ottimi ascolti l'ultima edizione di Tale e quale show, compreso il prolungamento natalizio (Na tale e quale show), Carlo Conti non si è concesso nemmeno il fine settimana casalingo a Firenze per fare rotta direttamente verso Sanremo, dove da tre anni passa non poco del suo tempo alla direzione artistica e alla conduzione del Festival della canzone italiana. Abbiamo già avuto modo di ricordare come Conti sia un marchio di garanzia. Gran lavoratore. Aziendalista come pochi. Fedele a Rai 1 per una scelta di coerenza che finora lo ha premiato facendolo diventare il presentatore per eccellenza della Tv di Stato. Con all'attivo una serie di programmi quasi sempre vincenti dal punto dell'audience, ma anche della qualità. Una passione sfrenata per la musica che lo ha portato fino alla direzione artistica di Radio Rai, memore che tutto nella sua carriera è iniziato con il mettere i dischi in una emittente fiorentina. A lui, dunque, non si può negare di inventarsi un'anteprima di Sanremo per far crescere l'attesa verso l'appuntamento canoro e televisivo dell'anno, quello di cui poi tutti parleranno, anche gli snob. Niente Teatro Ariston, però, bensì Villa Ormond per il Sarà Sanremo, che lunedì alle 21,35 su Rai 1 ha rivelato i ventidue Big in gara dal 7 all'11 febbraio e scelto i sei giovani delle Nuove proposte tramite una giuria televisiva formata da Amadeus, Fabio Canino, Andrea Delogu, Anna Foglietta e Massimo Ranieri. Ovviamente ognuno di loro aveva un buon motivo per esserci: dall'annuncio di un nuovo programma alla promozione di quelli in essere. Il tutto (sponsor compresi) si è svolto come in un talent classico con giudizi, eliminazioni e lacrime. Mentre l'annuncio dei Big è avvenuto in quattro riprese punteggiate dal commento dei giornalisti in sala (tra cui la nostra Angela Calvini) per una sorta di conferenza stampa in diretta tv. La giuria, invece, ha peccato spesso in lentezza, ma Conti, mattatore unico, ha fatto il possibile per tenere alto il ritmo. È vero che non è riuscito a trattenere i cinque milioni e trecentomila telespettatori del Dedicato a Mina e Celentano che l'ha preceduto. Ma i suoi oltre tre milioni, con uno share superiore al quindici per cento, testimoniano che Sanremo è sempre Sanremo (anche fuori dalle serate tradizionali), ma anche che Carlo Conti è sempre Carlo Conti.